domenica 15 marzo 2009

48: I “Malatja” che parlano…

Intervista ai Malatja
storica band
Punk /Rock di Angri (Sa)

Ho visto per la prima volta i Malatja nell’estate del 1995 all’interno del plesso scolastico ex De Amicis ( altro morto che parla...). Era un mini festival di band locali ( c’erano anche i nostri mitici concittadini Void’s Daughter) e rimasi letteralmente folgorato dalla loro veemenza musicale ( che fa rima con Punk Rock!) ma soprattutto dai testi , molto crudi e veritieri, scritti in dialetto napoletano.
Già allora mi conquistarono. A distanza di quasi 15 anni questi highlander locali ritornano con un ennesimo album incendiario dove la rabbia dei nostri è ben lungi dall’essersi placata.
Ciao Paolo. Iniziamo a far conoscere ai lettori la storia umana e professionale dei Malatja?
Il progetto nasce nel ’94 senza grandi pretese, né quella di sfondare nel music business, né di voler dimostrare chissà quale virtù artistica. I Malatja avevano delle cose da dire: dalla rabbia che la provincia genera per le opportunità che ti nega, al perché questo succede , all’amore per la nostra città ma anche per le brutture che la vivono. Poi è chiaro, come per ogni cosa che comincia per caso, ma naturalmente con amore, ti rendi conto che quella creatura ti appartiene. Allora cominci a crederci e giungi anche a pubblicare degli album
Parliamo del vostro cd uscito da pochissimo“ 48 ”. Raccontateci l’esperienza del comporre e poi registrare la propria musica? Perché questo titolo numerico? Di cosa parlano i testi?
Come ben sai non è la prima volta che lo facciamo. “Munnezz” del 2000 e “Caparott” del 2004 ne sono una conferma. Di entrambi siamo felici e soddisfatti. Ogni album ha una sua storia, un proprio suono, la sua esperienza. Forse meno per Caparott che, per ovvie ragioni, è l’album più sofferto.
Poi se mi confermi che dopo la tempesta possiamo sempre aspettarci la quiete allora ti dico che 48 è la nostra quiete. E’ la rinascita sotto tutti i punti di vista. Un album di sostanza, corporale per il modo col quale lo abbiamo inciso, sicuri nell’esecuzione e molto più per quello che volevamo ascoltare e che volevamo arrivasse alla gente. Riguardo al titolo, 48 numero vuole essere il simbolo del caos che viviamo. 48 è la voce del morto che parla e che dice più cose dei vivi. E’ la voce dei deboli, di quelli che si dimenano perché la ruota giri anche a loro favore, ma i prepotenti urlano di più e loro tornano a stare zitti.
48 è la voce dei personaggi di tutti i giorni. Vedi, i testi parlano chiaro. Noi non sappiamo essere diplomatici. Non la mandiamo a dire, semplicemente perché la cantiamo così com’è, senza fronzoli. Cassintegration per esempio la dice lunga sulla situazione lavorativa in cui imperversa la penisola.
Com’è la vita artistica di un band “underground” come la vostra in un piccolo paese come Angri? Pregi e difetti, aspettative…
Ti rispondo semplicemente così come faccio quando mi pongono questa domanda: Non è difficile, è impossibile! Probabilmente noi non ingrandiremo le tasche di nessuna major…quindi perché dovrebbero guardare noi. Le major sono attente prima a vedere quanti soldi riuscirebbero ad incassare dall’immagine di una artista. Poi ascolterebbero quello che il musicista ha da dire…
Quali sono le vostre influenze musicali e non solo? Come descriveresti il vostro sound?
In 48 ho voluto inserire una cover dei Napoli Centrale che a me piace tantissimo: Vecchier mugliere, muorte e criaturi. E non è un caso. La realtà che James Senese ritrae nelle sue canzoni è la stessa in cui ci siamo specchiati anche noi. Le verità che vengono dalla strada, dalla vita, quella dura che il popolo vive e si guadagna giorno dopo giorno ci ha sempre toccati particolarmente. Poi però se allunghiamo lo sguardo oltre l’Italia ti faccio anche i nomi di Alice in chains e Nirvana.
Provenite tutti dall’area della provincia salernitana. Com’è fare musica Punk rock dalle vostra parti? Ci solo locali idonei dove esibirsi?
Ai nostri concerti c’è sempre un numero considerevole di persone a cui piacciono le nostre canzoni. In più credo che non manchino assolutamente i pub in cui fare musica. Sicuramente abbiamo una grossa carenza di strutture ampie e capienti dove poter organizzare concerti.
A Salerno e provincia sta nascendo una scena musicale forte con band di assoluto valore ( da’namaste, Kernel0, Toys Orchestra, Lothlorien etc). Vi sentire parte di questa oppure vi considerate degli”outsider”?
Mi piace molto l’idea di essere “outsider” ma non nascondo la stima e l’amicizia per i gruppi che hai citato, anche se penso che alla base della nostra produzione artistica ci siano tematiche ed interessi differenti.
Un ragazzo interessato alla musica dei Malatja cosa deve fare?
Avete un dominio in internet? Dove può trovare il vostro cd?
Può sicuramente acquistare 48, che è possibile trovare in alcuni punti vendita della nostra città, oppure venire ad un nostro concerto e lì trovare un tavolo con esposti i nostri album e i gadgets (spillette, magliette…)
Essere artisti non è mai facile soprattutto nelle nostre zone. Gli ostacoli e la diffidenza sono all’ordine del giorno. Che cosa fate nella vita comune quando non siete su un palco a proporre la vostra musica?
Io ho il mio lavoro e lo stesso vale per i miei compagni d’avventura, ma essere artisti è un modus vivendi e non si esce da questo stato mentale.
Vivi osservando la realtà in ogni sua forma e “raccogli” quello che ti serve.
Perchè non ci raccontate un fatto divertente o singolare legato alla vita da
musicista?
Quando sei in giro per i concerti è come tornare adolescenti, tutto diventa un gioco ed ogni esperienza ti lascia dentro qualcosa di indelebile. Basta andare su youtube e cercare i nostri live, sono farciti di esperienze singolari e molto divertenti.
Per finire domanda classica. Progetti futuri e appuntamenti imminenti per Malatja? Cosa vi aspettate da questo 2009?
In questo momento stiamo promuovendo il nuovo disco come avrai capito. Abbiamo Voci Alternative che è l’etichetta che ha creduto in noi e nelle nostre canzoni e che si sta adoperando perché il 48 tour continua a toccare quante più località della penisola. A breve ci auguriamo di poter oltrepassare i confini campani…chissà che non piacciano anche in Lombardia o in Emilia anche i nostri brani. Non sarebbe la prima volta dopo 14 anni. Abbiamo girato molto, siamo stati diverse volte nel nord e nel centro Italia e possiamo dire di essere molto soddisfatti dell’accoglienza ricevuta e del pubblico intervenuto. Per i prossimi appuntamenti vi rimando al nostro sito ufficiale, http://www.malatja.com/, o allo space, www.myspace.com/malatja.
Visto l’ottimo riscontro che continuiamo ad avere ai nostri concerti, perché non aspettarci nuovi concerti e sicuramente un 2009 ricco di soddisfazioni!
Grazie mille per la vostra disponibilità. A voi le ultime parole…
Semplicemente grazie a te e soprattutto a quelli che continuano a seguirci da anni.



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