giovedì 16 luglio 2009

GIACOMO CASANOVA - STORIA DELLA MIA FUGA DAI PIOMBI

Autore: Giacomo Casanova
Titolo: Storia della mia fuga dai Piombi
Editore: Newton Compton (Tascabili Economici)

Molti lo conoscono per la sua fama di libertino e “sciupa femmine”. Altri per una serie di film e fiction come quella penosa e triste con protagonista Stefano Accorsi.
In realtà c’è molto, molto di più dietro la figura ambigua e controversa di Giacomo Casanova, dipinto dalla fantasia polare di quart’ordine come un nobile veneziano annoiato e attratto dai piaceri volubili della carne.
C’è una vita “vera” costellata di avventure, di viaggi, di violenza, di cadute rovinose e di fulminee impennate, di grandi passioni e di ancor più cocenti delusioni.
Un esempio meraviglioso di quanto detto è il Romanzo/Diario intitolato “Storia della mia fuga dai Piombi.”
Pubblicato nel 1787 può essere considerato un’opera completa e autonoma rispetto alle celeberrime “Memorie” che invece furono pubblicate postume, dopo la sua morte.
Senza colpo ferire, posso affermare con tutta la sincerità di questo mondo che si tratta di uno dei libri più divertenti e amari che mi sia mai capitato di leggere.
Un tipo di narrazione che seppur inserito nel contesto a volte freddo e pacchiano della “memorialistica” assume i colori e l’intensità immaginosa del grande romanzo d’avventura.
E credetemi, di questi tempi, è improbabile trovare libri che abbiano un taglio così netto, un’identità così forte, un’aurea di immortalità che gli autori contemporanei possono solo sognarsela.
Quanti romanzi, osannati dalla critica e insigniti di prestigiosi premi letterari, si leggono a fatica e precipitano nel buio informe dell’oblio?
Quanti libri ci hanno lasciato l’amaro in bocca e il vuoto nel cuore?
Non è il caso di Giacomo Casanova.
Il suo gusto ( anzi il suo divertimento) nel descrivere, fatti, luoghi, personaggi ( anche se a volte inventati o romanzati) dimostrano come questa qualità fosse quasi innata nel “nobilotto” senza arte né parte come qualcuno si è affrettato nel tempo a definirlo.
Dietro la maschera di cerone e la parrucca impomatata c’è l’autenticità dell’essere umano, con il suo carico di debolezze, paure, desideri insoddisfatti e travolgenti sconfitte ( che assomigliano a quelle di tanti…)
Ma parliamo del libro.
Un’avventura memorabile che ha come teatro la Venezia di fine Settecento e come palcoscenico un carcere di massima sicurezza, i Piombi.
Proprio in questa tetra prigione viene rinchiuso il nostro protagonista accusato di libertinaggio, pratiche magiche ( era iscritto alla Massoneria più per opportunismo personale che per reale convinzione) e ateismo (solo in seguito però si scoprì che dietro l’arresto vi erano feroci contrasti con la nobiltà veneziana).
Il racconto dell’evasione narratoci in prima persona è qualcosa di tremendamente moderno e attuale per l’epoca in cui fu scritto e non a caso, negli anni successivi, il buon Casanova si cimenterà anche nella stesura di un romanzo di fantascienza ante-litteram.
Ovviamente il risultato non fu compreso nè apprezzato
Troppo avanti il veneziano rispetto al mondo decadente e fallace che gli girava attorno.
E non a caso la spinta innovativa del Casanova autore/ commentatore/ artista/ avventuriero fu poi ripresa e rivoluzionata da scrittori come Byron, Wilde, Hemingway etc.
Non a caso.
Inserite questo libro tra le letture estive e sappiatemi dire.

Musica consigliata in sottofondo: Antonio Vivaldi, “Le Quattro Stagioni” oppure J.S. Bach, “Organ Favourites”.

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