lunedì 14 settembre 2009

CLAUDIO VERGNANI PARLA DEL 18° VAMPIRO E NON SOLO...

Niente giri di parole:
Il "18 Vampiro" è stato un fulmine a ciel sereno nel panorama editoriale nostrano.
Un piccolo gioiello di critica sociale e vampirismo come non se ne vedeva da tempo nell'inflazionata scena di genere Horror, italiana e non solo.
Ora tocca a Claudio Vergani spiegarci alcuni suoi punti di vista su Letterarura, vita comune, passioni, delusioni, visioni e sviluppi tematici futuri, in una lunga chiacchierata in appendice alla mia recensione del "18 Vampiro" a cui vi riamando in caso ancora di mancata lettura.
Il link è:

Salve Claudio. Parto da una considerazione diametralmente opposta al genere che proponi nel “18° Vampiro”. I tuoi personaggi ( l’alter ego Claudio, Vergy, Gabriele, l’Amica etc.) sembrano così vividi, così realistici che potrebbero stare in piedi benissimo anche senza il fattore soprannaturale, vampiri. La precarietà e la solitudine delle loro esistenze è molto attuale, quasi brutale. Da che sentimento personale nascono?
Questa è ad un tempo una domanda terribile ed un grande elogio. In effetti la mia speranza era che il romanzo potesse essere apprezzato anche al di là della collocazione Horror. In senso stretto diciamo che la mia visione di come – a torto o a ragione – è organizzata la vita umana non è delle più ottimistiche. Come tutti, vedo molta sofferenza di ogni tipo intorno a me; sofferenza il più delle volte causata da marchiane ingiustizie, che pare però interessi a pochi. Tutti sono pronti a dirci: Fate il vostro pezzo. Se ognuno farà la propria piccola parte le cose miglioreranno. Balle. Spazzatura demagogica. Il nostro “pezzo” non sarà mai nemmeno lontanamente sufficiente a cambiare di un millimetro le cose. Falsa democrazia a go go, e tanta ipocrisia.

Uno dei punti di forza del romanzo sono le ambientazioni marcatamente italiane. Ma, mentre Venezia viene descritta in tutto il suo splendore artistico/ turistico, Modena, la tua Modena, sembra quasi una città desolata, fredda, che attende una decadenza già annunciata. Ti ritrovi in questa riflessione?
Ho descritto solo una parte di Modena, quella in cui agiscono i miei personaggi. E’ inevitabilmente una parte degradata e oscura, dove accadono cose orrende. Ovviamente Modena non è solo quella. Luci e ombre, come ovunque. Forse più ombre che luci. Ci sono posti migliori dove vivere. Come anche peggiori, beninteso.

“Il 18° Vampiro”, idealmente, può essere diviso in tre parti tematiche. La prima delinea il Microcosmo esistenziale di un cacciatore di vampiri e questi ultimi sembrano solo ombre intangibili e tutto sommato innocue. Nella seconda parte ricorre il tema del viaggio che porta con sé la conoscenza anche se, come tutti i percorsi, non è immune da pericoli e disgrazie. La terza e ultima si apre ad un Macrocosmo di terrore e apocalisse dove le identità e i sentimenti si annullano nell’orrore universale della fine. Era l’idea originaria del romanzo o il tutto si è evoluto in fase di scrittura?
Premetto che la divisione che hai tratteggiato mi piace e la trovo corretta. Alcuni sviluppi mi erano ben chiari in mente (anche se il romanzo era, nelle mie prime intenzioni, solo un racconto che prevedeva di descrivere essenzialmente la prima delle tre parti che hai indicato), altri sono invece venuti scrivendo. C’era un finale alternativo, anche molto meno consolatorio.

Rimanendo sull’ultima parte del romanzo, l’Apocalisse “Vampirica” che descrivi sembra avere molti più punti in comune con i B-movie italiani degli anni 70/80 e non con la letteratura di genere.
Insomma meno Matheson e Romero e più Umberto Lenzi e Ruggero Deaodato ( “Incubo sulla città contaminata” – 1972, “Cannibal Holocaust” – 1980). Sei d’accordo?

Sì, anche se – credo – non è mai chiaro (al di là dell’ordine puramente cronologico) chi si è rifatto a chi. Diciamo questo, per essere chiari: tutti gli artisti che hai citato fanno comunque parte della mia “formazione”. E ognuno di loro, a mio parere, aveva – come del resto ha fatto – qualcosa di bello e valido da dire.

Parliamo finalmente di Vampiri. Mi ha molto incuriosito la figura di Grimjank capo e maestro dei vampiri di Corsano ( una sorta di Zona del Crepuscolo Padana). E’ un personaggio atipico, grottesco, ironico, surreale e a suo modo inquietante. Si discosta molto dai parametri a cui siamo stati abituati da certi fumetti e da certi romanzi. Hai voluto dare una nuova veste al personaggio o il tutto è nato in maniera spontanea?
Di sicuro volevo evitare che apparisse il solito Maestro della Notte con capello lungo, sguardo ipnotico, canino scintillante e vestito da sera. Grimjank non è migliore dei vampiri che guida e, alla fine dei conti, nemmeno degli sciamannati ammazzavampiri che dovrà affrontare. E’ uno dei tanti potenti che credono di essere una spanna sopra, e invece ne è due sotto. Il che lo rende – paradossalmente – molto pericoloso.

Facciamo un gioco che piacerà ai patiti dell’Horror:
Io ti indico alcune opere vampiriche (che sono anche citate nel tuo romanzo) e tu mi dai il tuo giudizio e se in qualche modo ti hanno influenzato:

Le Cronache dei Vampiri di Anne Rice:Ho letto qualcosa, ma con tutto il rispetto non è il mio genere.
L’Ombra del Vampiro di E. Elias Merhige con John Malkovich:
Buono, ma Malkovich renderebbe buona anche la pubblicità della Barilla.
Vampires di Carpenter:Alcune ingenuità e la presenza di uno dei fratelli Baldwin che è quasi una confessione di sconfitta per un buon regista, ma di certo uno dei capostipiti dei “nuovi” film sui vampiri. Grande.
Io sono leggenda di Matheson:
Se parliamo del libro tanto di cappello. Il film può anche piacere, per carità, ma è un vero e proprio tradimento della bella idea di Matheson.
Il buio si avvicina di Kathryn Bigelow:Per la verità non lo conosco che di nome. Mi sa che dovrò rimediare. E dire che la Bigelow mi piace pure.
Blade Trilogy:
Onesta. Mantiene ciò che promette: azione, effetti speciali, molto spettacolo e qualche brivido. Ma niente di nuovo o di più.

Se il 18° Vampiro diventasse un film quale regista ti piacerebbe? Italiano o straniero? Se puoi indica qualche nome…
Sarebbe veramente un sogno, e probabilmente rimarrà tale. Non ne faccio una questione di nazionalità ... Visto che si parla di sogni butto lì il Ridley Scott di Alien (non de Il Gladiatore) ... Ma basterebbe un regista di buona professionalità che abbia letto con piacere il libro. .

Un libro che ti ha recentemente colpito e di cui consigli la lettura ?
Ho molto amato i libri di Borges,il grande poeta argentino, ma la loro lettura risale alla mia adolescenza. Recentemente non mi è dispiaciuto L’ombra del Vento di Carlos Ruiz Zafòn. Ma non so dire da quanto tempo non abbia letto un romanzo che mi ha veramente soddisfatto. Con i libri è un pò come con le donne, dopo un certo numero non hanno più lo stesso sapore ... O magari si tratta solo di trovare quello giusto(a).
Però segnalo con piacere un’eccezione fortunata a quanto dicevo sopra: Milano è un’arma di Francesco Gallone. Un mix di noir e di trovate divertenti in uno sfondo malinconico e – per una volta – originale. Una boccata d’aria fresca

Il romanzo altrui che invece avresti voluto scrivere?
Non ci ho mai pensato. La butto lì : Il pendolo di Focault, del buon vecchio Eco. Una “summa” di avvenimenti che non ho mai vissuto (per ragioni logistiche e anagrafiche) ma che mi sarebbe tanto piaciuto vivere. E poi un romanzo ricco di spunti e di fascino.

Parliamo di scrittura. Visto che sei un Autore al suo esordio ti chiedo di commentare questa frase di Tiziano Sclavi (creatore di Dylan Dog): “Il segreto della buona sceneggiatura è leggere diecimila libri. Vedere diecimila film. Ascoltare diecimila musiche. Visitare diecimila mostre d’arte. Giocare a diecimila videogiochi. Poi si può cominciare a fare qualche tentativo.” Per te è stato lo stesso? E rimanendo in tema musicale c’è stato un album che ti ha particolarmente influenzato per la stesura del romanzo?
Per quel che mi riguarda, Sclavi ha perfettamente ragione.
Sono un ascoltatore di musica molto disorganico. Ascolto di tutto. Scrivo spesso ascoltando musica, ma il brano dipende dalla situazione. In ogni caso nel romanzo sono segnalati diversi pezzi.

Editoria: come ti trovi a lavorare con la Gargoyle Books? Sei soddisfatto? Leggeremo in futuro un altro tuo romanzo con il marchio della casa editrice romana?
Sì, non posso che esserlo. L’editore ha avuto fiducia nel sottoscritto, un totale sconosciuto. L’ufficio stampa, poi, ha compiuto dei veri prodigi. Il seguito è in cantiere. Vedremo.

Ultima domanda da lettore incallito del tuo romanzo:
c’è una parte che sembra ammantata nel mistero più totale.
Parlo del Cap. 21 e della visita notturna di Claudio con la guida silenziosa ed enigmatica nei sotterranei veneziani. L’escursione e l’incontro con il mostro (quieto?) della laguna hanno un sapore quasi Lovecraftiano ma eviti accuratamente di dare spiegazioni sulla cosa. Perché?
Questo episodio avrà un suo peso sull’economia del romanzo futuro ( in preparazione)?
Il 18° vampiro ha – come giustamente hai osservato tu – lasciato alcuni sviluppi aperti. Per sua natura il cerchio in qualche modo va chiuso. Vedremo anche qui.

Grazie mille Claudio per la tua gentile disponibilità.
A te le parole di chiusura….
Sono io che ringrazio te, e chiunque avrà la pazienza di leggere questo nostro scambio. Che altro posso dire? Se avete in tasca 14 euro spendeteli per fare un regalo a qualcuno che vi sta a cuore. Se ne avete altri 14 metteteli da parte per eventuali bisogni. Se poi ve ne avanzassero ancora 14 ... beh, in questo caso entrate in libreria...

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