mercoledì 11 novembre 2009

IL "METAL INTELLIGENTE" DEI VERME - ROBOTS

Intervista alla nuova “sensation” del sottobosco rock salernitano.

Nella recensione allegata a questa intervista,
ho messo in risalto il connubio ( quantomeno prolifico) di due diverse personalità: quella di Antonio Senesi ( ribattezzato come Verme) e quella di Francesco Tedesco (Robots). Sembra che la band abbia preso di buon grado questa mia “visione”, immedesimandosi totalmente negli stessi personaggi da me delineati.
Ne è venuto fuori qualcosa di molto interessante:

Ho immaginato il concept dietro al vostro nome (Verme – Robots) come un incontro/scontro tra due diverse personalità e percezioni musicali. La tua e quella di Antonio Senesi. Sei d’accordo? Oppure c’è un significato ulteriore?

R: [robots] Se la metti così mi piace molto…E’ stato un piacevole “scontro” l’incontro che ci ha portato a lavorare insieme ad un progetto comune. Musicalmente ci conosciamo da molti anni e i nostri progetti precedenti hanno condiviso molte cose oltre alla stima e all’amicizia. Sono davvero felice dell’incidente.


I Verme- Robots nascono dalle ceneri dei Crawler. Come si è evoluto il progetto e cosa ha in più rispetto al precedente?

R: [verme] In realtà il processo evolutivo si è svolto in circa 10 anni di attività, sicuramente i punti più importanti si possono riassumere in due momenti: l’ingresso nella band di Francesco, il quale ha dato una ventata di freschezza ritmica e mi ha permesso di esprimere meglio la musica che avevo in mente… (è difficile trovare musicisti che abbiamo una “buona testa” ). L’altro punto importante è l’ingresso di Pasquale al basso che ha rimesso in moto la macchina Verme Robots dopo un periodo non facile a causa dell’improvvisa dipartita del vecchio bassista.


Che cosa vi aspettate da questa uscita? Come convinceresti un fruitore di musica abituale a scegliere il vostro cd?
R: [verme] Ma… non so! Sicuramente che arrivi alle persone, che la gente si accorga che ci sono ancora band che fanno musica fregandosene delle mode, delle regole del mercato, musica sincera fatta con quello che ti passa per la testa. Convincerei le persone a comprare il disco dicendo loro “fanculo questo è un disco vero ! Compratelo e non rompete i coglioni!


Nella nostra intervista radiofonica a Moshpit, su Radio Base, hai definito “Crawling in the rush hour” come “Metal intelligente”. Vorrei che mi spiegassi questa definizione…

R: [robots] Mi piace questa definizione anche se credo di non saperla spiegare bene. Assoluta libertà nella composizione e noncuranza rispetto alle armature dei generi musicali. “Intelligente” è un modo simpatico per definire il nostro modo di comporre, se siamo “cattivi”, talvolta, non ci crediamo neanche noi. E’ un modo per stemperare la pesantezza del concetto di appartenenza. Sei rock, sei metal, noi siamo un po’ stronzi.. e tu? Tutto questo per dire che i VERME ROBOTS sono quello che senti, la costruzione sta solo negli arrangiamenti, l’intelligenza sta nell’essere liberi.

Leggendo i testi e guardando le immagini nel booklet ho avuto una sensazione di disagio e di forte incomunicabilità. Senza contare il fatto che le vocals di Antonio in alcune parti assomigliano quasi ad un doloroso lamento. Da dove nascono questi stati d’animo?

R: [verme] Sono un contenitore di stati emozionali che lottano di continuo fra loro, metto solo su carta quello che rispecchia la società ed il mondo in cui viviamo o gli effetti psicologici che esso produce. Non mi prefiggo un argomento in particolare, lascio solo che le parole si mettano al servizio delle mie emozioni.


Quali sono le influenze (sia musicali che letterarie) dei Verme-Robots?

R: [verme] Ascolto un pò tutta la musica che mi comunica qualcosa, vado a sensazione. Non c’è un genere che prediligo, ascolto jazz, pop, metal, rock, prog, insomma di tutto. Mi lascio ispirare sicuramente anche dal cinema e ultimamente anche dal teatro.


Francesco, oltre che batterista della band hai inaugurato anche una nuova label indipendente, la I Make Records. Come ci si trova in questo doppio ruolo? Che cosa ti ha spinto a questa iniziativa?

R: [robots] sono due percorsi paralleli e nati per ragioni diverse, non collegate direttamente ecco.
Quando abbiamo registrato l’album non sapevo a cosa sarei andato incontro, I make records non esisteva neanche nei miei pensieri. La label è nata da un’occasione, ho avuto la possibilità di farlo e mi sono buttato, forte del fatto che lavorando già come produttore in studio, mi capitava sempre più spesso di fare direzione artistica e da lì il passo è stato breve. L’album dei Verme era già pronto e iniziare quest’avventura con un progetto in cui credevo molto soprattutto come musicista mi è sembrato doveroso. Sono molto contento della mia scelta e la cosa sta diventando sempre più seria. Certo è che la mia posizione all’interno della band è un tantino delicata…le responsabilità sono raddoppiate e mi becco gli sfottò degli altri due. Quanto a cosa mi abbia spinto a farlo, beh, credo di essere un incosciente.
Domanda d’obbligo: in tempi di forte crisi per le vendite dei cd e per il download selvaggio cosa deve fare un’etichetta piccola come la tua per sopravvivere?

R: [robots] Deve fare altro.

Potresti anticipare i futuri progetti della tua label?

R: [robots] Dunque le cose imminenti saranno Il Vortice, band partenopea non nuova nel panorama musicale italiano, che ci ha affidato il suo secondo album ufficiale, prodotto da me ad IMRecording, in uscita all’inizio del 2010 e un altro interessante progetto napoletano di cui ancora non svelo il nome e che ha già fatto parlare molto bene di sé. Sono certo che chi segue e ama la musica indipendente accoglierà molto bene queste uscite.

Discorso concerti. Il circuito provinciale permetterà ad una band “laterale” come la vostra di suonare in locali idonei? Oppure vi dedicherete ad un vero e proprio tour nazionale? Ormai la dimensione live sembra essere diventata il modo migliore per promuovere la propria musica. Sei d’accordo? R: [verme-robots] Con questo disco abbiamo lavorato sodo sotto molti aspetti e possiamo contare su una squadra che lavora per ottenere risultati comuni. E’ partito, con la data di presentazione, il tour che porterà in giro quest’album e dalla Campania si estenderà al resto dello stivale. Non è una passeggiata, ma ci sono tutti i presupposti per fare un grande anno di live concert in questo paese del cazzo!

Il momento migliore e quello peggiore nella storia ( seppur breve) dei Verme - Robots?

R: [verme] Il momento migliore è sicuramente quello relativo all’uscita del disco che sembrava tardare irrimediabilmente, quello peggiore quando nel bel mezzo delle registrazioni il basso ci ha lasciato a piedi!

Per finire domanda classica. Progetti futuri e appuntamenti imminenti per la band?
R:[verme] Stiamo lavorando al video, che uscirà probabilmente a gennaio, e scrivendo nuovi brani che faranno parte del prossimo disco e dei prossimi live. Seguiranno diversi appuntamenti dedicati alla promozione dell’album e concerti un po’ ovunque. Con l’anno nuovo faremo dei live in versione acustica nei club che “faticano” a fare baccano. Tutte le news saranno a disposizione nel web sui profili della band e della label.

Grazie mille per la gentile disponibilità . A voi la conclusione…
R: [verme-robots] Beh, ringraziamo te per l’opportunità e l’interesse mostrato per il progetto Verme Robots, tutti i lettori per aver letto questa intervista e tutti coloro che compreranno il disco…perché vale sempre la pena comprarne di dischi. A meno che non siano veramente brutti.

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