lunedì 25 gennaio 2010

JOSEPH SHERIDAN LE FANU - L'OSPITE MALIGNO/LA STANZA AL DRAGON VOLANT ( GARGOYLE - 2009)

Nel 1939, August Derleth (autore non eccelso di storie tra il Gotico e l’Horror, nato nel Wisconsin trent’anni prima) fondò una casa editrice, la “Arkham House”, col fine dichiarato di pubblicare opere di “Classici perduti” della Letteratura del Terrore.
L’obiettivo non era solo quello di preservare le opere del suo stimato amico “di penna” H. P. Lovecraft, ma soprattutto quello di recuperare una rosa di autori dimenticati nel tempo, in modo da proporli al distratto pubblico americano.
Tra questi, spiccava il nome di Sheridan Le Fanu.
Derleth ebbe l’acume ma anche la furbizia di definirlo in fase promozionale come “l’equivalente britannico di E. A. Poe”.
Fu un azzardo bello e buono, visto che in quel periodo giravano pochi libri dell’autore irlandese e non erano assolutamente di argomento Fantastico.
Il risultato fu eclatante:
la riscoperta di un vero e proprio capostipite della Letteratura Gotica Inglese e non solo.
Curioso come la Gargoyle a distanza di settant’anni esatti ( siamo nel dicembre del 2009) decida di pubblicare due romanzi brevi dello stesso autore e praticamente sconosciuti al pubblico italiano.
Curioso ma significativo.
Ci arriveremo…
Le due opere in questione prendono i titoli di: “L’Ospite Maligno” e “La stanza al Dragon Volant”.
Scansiamo subito gli equivoci: non si tratta di Letteratura Gotica propriamente detta.
Non si tratta delle avventure nel mondo dell’occulto del Dottor Hesselius ( personaggio creato da Le Fanu e antesignano dei famosi indagatori dell’incubo degli anni a venire..) tra fantasmi notturni e demoni da esorcizzare.
E se ci sono legami con il suo capolavoro immortale, “Carmilla”, non sono facilmente inquadrabili e sicuramente non riferibili al “Vampirismo Sessuale” che tanto ha influenzato gli autori moderni dalla Rice in poi.
“L’Ospite Maligno” tra i due è sicuramente quello che più si accosta alla tipologia di storia del mistero dalle atmosfere cupe e crepuscolari.
E’ lampante come Le Fanu abbia incamerato e reinterpretato a suo gusto, l’influsso di un’opera totalizzante e potente come “Il Castello di Otranto” di Horace Walpole.
Quindi una storia d’interni.
Di ombre e camere dei segreti.
Di sospetti e terribili paure.
La dimora di Richard Marston, nobile decaduto è la quint’essenza del Gotico stesso.
Ma se i fantasmi affollano i corridoi bui della tetra e melanconica casa Marston, non sono certo presenze ectoplasmiche come quelle narrate da Blackwood o da James.
Bensì sono gli spettri della colpa, del tradimento, del peccato, della finzione, della follia e (come in tutti i romanzi Mystery che si rispettino) della Morte.
L’ambigua presenza dell’istitutrice francese Eugènie de Barras, può essere considerata a tutti gli effetti come un”eroina negativa” alla Le Fanu e in questo assimilabile a “Carmilla”.
Torbida, seducente, sfacciata, indipendente, crudele farà ruotare intorno alla sua scomoda persona, una serie di accadimenti e disgrazie che comunque non la renderanno immune da una terribile rovina.
Rovina:
una sensazione che già aleggia, in tutto il racconto, sul capo della povera famiglia Marston e che ha molti punti in comune con le novelle più famose di Poe ( e su questo Derleth aveva ragione da vendere).
“La stanza al Dragon Volant” potrebbe essere un romanzo di “Cappa e di Spada” se Le Fanu non fosse un personaggio profondamente notturno e tormentato.
E allora le avventure del giovane e ricco Richard Beckett in viaggio verso Parigi assumono toni ombrosi e inquietanti ma anche languidi e stuzzicanti.
Come avrete già capito, c’è sempre di mezzo una donna, misteriosa e bellissima.
E se come diceva Dostoevskij,” La donna? Solo il diavolo sa cos’è ”, allora state pur certi che le azioni del nostro protagonista subiranno un’impennata romantica e passionale.
Purtroppo, al contatto con un essere tanto diabolico e calcolatore ( in questo simile all’Istitutrice Francese del racconto prendente) come la Contessa St. Alyre, il nostro eroe, ingenuo ma coraggioso, dovrà mostrare ben altro che un cuore innamorato e puro per poterla sopraffare.
Insomma un’altra eroina, figlia degenere di “Carmilla”.
Da segnalare in questo racconto, il tema della catalessi e della sepoltura prematura, topos letterari molto cari ad E. A Poe ( di nuovo lui!), i quali vengono riproposti in maniera leggermente diversa ma la coincidenza sorprende e non poco il lettore sufficientemente attento.
Nel mese di Dicembre 2009, periodo di fantasmi e racconti sovrannaturali per antonomasia ( come ben dimostrato da James nelle sue novelle) la Gargoyle Books pubblica un volume che farà sicuramente felici gli amanti dei “Classici del terrore” come ben teorizzava il buon Derleth.
Un tomo da inserire con cura nella propria libreria personale tra “I Miti di Cthlhu” e “Gli Elisir del Diavolo”.
E in tanto affascinante antiquariato letterario permettetemi una frase prosaicamente moderna .
Come dicono i recensori di dischi d’Albione: “Buy or die!”

Nessun commento: