domenica 28 marzo 2010

STORIA DI UN MARSIGLIESE: IL NUOVO LIBRO DI JEAN CLAUDE IZZO

COMUNICATO STAMPA

Dal 7 aprile in libreria Download

JEAN CLAUDE IZZO.
Storia di un marsigliese

Prezzo euro 14,00 // Pagine 160
Isbn 978-88-8372-489-3

Collana Rumore Bianco // Diretta da Luigi Bernardi

Traduzioni di Luigi Bernardi
Copertina e progetto grafico di Maira Chinaglia
Illustrazioni di Ivana Stoyanova

...Jean Claude Izzo, la vita e l'opera di uno dei personaggi più inquieti della narrativa europea di fine '900, scritto con amorevole profondità da Stefania Nardini.
Mirella Appiotti, Tuttolibri 27 febbraio 2010

La storia di Jean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese autore della trilogia che ha come protagonista Fabio Montale (Casino totale, Chourmo, Solea), e dei romanzi Marinai Perduti e Il sole dei morenti. Cinque libri che hanno conquistato migliaia di lettori in Francia e in molti paesi europei. Solo cinque libri perché Jean-Claude Izzo a 55 anni se ne è andato (quest'anno cade il decennale della sua scomparsa), lasciando un segno, non solo nella città a lui cara, Marsiglia, ma in tutti coloro che nei suoi testi hanno ritrovato sensazioni, emozioni, verità. Un omaggio allo scrittore, all'uomo, al giornalista, che è stato ciò che scriveva. Senza mai rinnegare la sua storia di marsigliese.
Il libro contiene alcune poesie di Izzo tradotte per la prima volta in Italia e alcuni brevi testi in prima pubblicazione mondiale.

Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è romana innamorata delle due città dove ha trascorso parte della sua vita: Napoli e Marsiglia. Vive tra l'Umbria e la Francia. È autrice di Roma nascosta (Newton Compton, 1984), del romanzo Matrioska, storia di una cameriera clandestina che insegnava letteratura (Pironti, 2001). Nel 2009, sempre con Pironti, ha pubblicato Gli scheletri di via Duomo, noir ambientato nella Napoli anni '70. Alcuni suoi racconti compaiono su internet e su riviste letterarie e antologie. Cura la pagina "Scritture & Pensieri" per il quotidiano dell'Italia centrale "Corriere Nazionale".

Prossime presentazioni (controlla sul sito gli aggiornamenti su date e ospiti)

ROMA, 20 aprile, Centre Culturel Francaise, con Paolo Ruffini
BOLOGNA, 23 aprile, Libreria Irnerio
MILANO, 7 maggio, FNAC, Luca Crovi e Sebastien Izzo
GENOVA, 8 maggio, FNAC (da confermare)
VENTIMIGLIA, 9 maggio, Fiera piccola e media editoria, con Marino Magliani
TORINO, 16 maggio, spazio IBS, con Gianmaria Testa, Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Luigi Bernardi, Sergio Pent
PERUGIA, 27 maggio, Università per Stranieri, in collaborazione con Stilos, con Seia Montanelli

e a seguire MARSIGLIA, CASTEL SAN GIORGIO (SA), NAPOLI...

venerdì 26 marzo 2010

VARNEY IL VAMPIRO ARRIVA IN LIBRERIA!


Gargoyle Books
presenta
un caposaldo della letteratura gotica e vampirica
finalmente in edizione italiana
VARNEY IL VAMPIRO
di
Thomas Preskett Prest - James Malcolm Rymer

Primo Volume
Il banchetto di sangue
Traduzione Chiara Vatteroni
Introduzione di Carlo Pagetti


Il libro

È di per sé una notizia, quella che un piccolo editore di catalogo si dedichi a un'operazione di enorme prestigio e impegno come la prima traduzione in italiano di Varney il vampiro, caposaldo della letteratura vampirica, successivo al solo Polidori, un'opera colossale, tra le più citate del genere ma anche tra le meno conosciute, che viene pubblicata in edizione integrale per un totale di circa 1500 pagine da Gargoyle Books, che la presenta in tre volumi lungo l'arco del 2010 (25 luglio II volume, Varney il vampiro -L'inafferrabile, introduzione FAbio Giovannini; novembre, III volume Varney il vampiro - All'ombra del Vesuvio, introduzione Mauro Boselli)

Dal 1847 al 1849, le inquietanti avventure di Sir Francis Varney vengono pubblicate a dispense settimanali dall'editore londinese Edward Loyd conquistando l'attenzione e la successiva fidelizzazione di migliaia di persone delle classi sociali più diverse, ponendosi così come uno dei primi esempi editoriali di moderna serialità, e ottemperando a un'ampia funzione di acculturazione.

Come per il resto della prima stampa di massa, i fascicoli di Varney miravano a raggiungere il maggior numero di soggetti, sia attraverso la vivacità degli intrecci - vicende notturne e soprannaturali, pullulanti di azione, avventura, seduzione, colpi di scena e misteri, talvolta intervallate dai cosiddetti penny dreadful (racconti paurosi che, rallentando il ritmo della trama principale, ne aumentavano la suspence, sollecitando l'emotività dei lettori seriali) -, sia attraverso il loro costo contenuto: è in tal modo che il tema del vampiro viene consegnato al grande pubblico.

Inizialmente fu Thomas Preskett Prest - scrittore londinese cui si deve il romanzo Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street (che ha ispirato John Schlesinger e Tim Burton per i loro film sul barbiere cannibale, rispettivamente La bottega degli orrori di Sweeney Todd,1997 e Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet Street, 2008) a venire ritenuto autore di Varney il vampiro, in seguito, però, si fece il nome di James Malcolm Rymer, ingegnere civile che arrotondava i suoi introiti dedicandosi alla scrittura su commissione per l'editore Lloyd, da molti reputato più attendibile quanto a paternità dell'opera. Rymer probabilmente si spartiva, coordinandolo, il lavoro con altri vari scrittori rimasti ignoti, al punto che la redazione del testo sembra più provenire da una "scuola", o da una catena di montaggio, in cui il nome dell'autore rimane anonimo e non appare comunque di primaria importanza.

In quell'Inghilterra vittoriana che non smette mai di sorprendere quanto a dinamismo letterario - una sorta di realtà altra e parallela al dilagante conformismo sociale e alla conseguente rigidità delle convenzioni che la contraddistinsero -, Varney il vampiro trovò agevolmente il suo spazio, rendendo protagonista il revenant, mito deforme quanto mai lontano dalla fedele riproduzione dell'esperienza conoscibile. Questo possente feuilletton trascinò subito i suoi numerosi i lettori in una dimensione narrativa del tutto svincolata dalle regole e dalle abitudini proprie della quotidianità dell'epoca, tanto che il personaggio di Varney influenzò tutta la letteratura Gotica a seguire, e dunque lo stesso Bram Stoker (anche in Dracula, come in Varney, l'azione si apre con il vampiro che auspica un sommovimento immobiliare che ricada a suo vantaggio). La componente gotica si alterna a echi di immediatezza che fanno pensare alla nostra Commedia dell'Arte, in un montaggio di spiccata originalità dove - in mezzo a numerosi figuranti (tra cui un ruolo non secondario viene assunto anche dalla "folla popolana", credulona e istintiva, e le scene in cui essa è protagonista sono di una visività quasi filmica) - spicca il personaggio in chiaro-scuro del vampiro, perturbante da un lato, goffo dall'altro, colui che assolve anche al ruolo di collante delle varie microstorie che compongono il testo, e principale responsabile dei repentini mutamenti dei registri narrativi: dal comico al tragico, dal melodrammatico al sentimentale.

Molteplici naturalmente le chiavi di lettura che possono individuarsi nel testo, che anticipa temi come il contagio di massa e le società segrete.



La trama
Il banchetto di sangue comprende i primi 65 capitoli di Varney il vampiro e segue le sorti della famiglia gentilizia dei Bannersworth, composta dalla vedova Mrs Bannersworth e dai figli Henry, George e Flora. Con loro vive anche Mr Marchdale, un conoscente, che si è offerto di aiutare i Bannerworth in quanto essi versano in difficoltà economiche dalla morte per suicidio del capo famiglia, Marmaduke, rovinato da una vita di sprechi e di azioni riprovevoli. L'azione si apre a Bannerworth Hall, una grande tenuta di campagna, situata nell'Inghilterra meridionale, non lontano da Londra. In una notte di tempesta, la bella e virtuosa Flora, in trepida attesa del fidanzato Charles Holland, partito per un viaggio all'estero, viene aggredita nella sua camera da un vampiro, che assomiglia in maniera impressionante a un grande ritratto appeso alla parete della stanza. In seguito a varie peripezie il vampiro viene identificato nella persona dell'aristocratico Sir Francis Varney, che risiede poco lontano Bannerworth Hall.

Sir Varney è un personaggio misterioso, che pare più interessato al possesso della dimora dei Bannerworth, che a succhiare il sangue di Flora e a sbarazzarsi dei parenti della fanciulla, decisi a eliminarlo. Durante un drammatico incontro con Flora, anzi, Varney la tratta in modo cavalleresco, promettendole di non perseguitarla più, se i Bannerworth lasceranno la dimora avita. Sulla scena intanto compaiono altre importanti figure, tra cui Mr Chillingworth, medico chiururgo assai scettico sull'esistenza dei vampiri, e una "strana coppia", formata dal vecchio ammiraglio Bell - lo zio di Charles Holland, un veterano delle guerre napoleoniche dal linguaggio colorito e dal cuore d'oro - e dal suo servitore, il marinaio Jack Pringle - ubriacone e irrispettoso, ma sempre fedele all'ammiraglio. Anche Charles Holland fa una breve apparizione, con grande felicità di Flora, ma scompare ben presto. Il lettore saprà in seguito che è prigioniero di Sir Francis nei sotterranei di un edificio in rovina non lontano da Walmesley Lodge, la residenza di campagna del vampiro, e che Mr Marchdale, il vero villain della situazione, è in combutta con Varney, volendo sbarazzarsi di Charles. Intanto gli abitanti del vicino villaggio, venuti a sapere dell'esistenza del vampiro, si organizzano per catturarlo e ucciderlo. Malgrado l'intervento di un reparto di dragoni, la folla inferocita dà fuoco all'abitazione di Varney, il quale, dopo essersi difeso valorosamente, si eclissa, per riapparire ancora una volta a Bannerworth Hall. Fallito un ultimo tentativo da parte di Henry Bannerworth e dell'ammiraglio Bell di eliminare il vampiro, che si fa ancora una volta gioco dei suoi nemici, senza, però, mettere in pericolo la loro vita, i Bannerworth decidono di trasferirsi in un modesto cottage, pur presidiando, con l'aiuto del dottor Chillingworth e dell'ammiraglio Bell, l'antica magione. Varney, a sua volta, con un atto di generosità e contro il parere di Marchdale, libera Charles Holland


Hanno detto:

Questo lungo romanzo diventa un discorso non solo sulla "natura" del vampiro, ma sull'identità stessa dell'Inghilterra, ancora colma delle reminiscenze della lotta contro l'arci-nemico Napoleone, divisa tra la nostalgia del paesaggio campestre e la fascinazione di quello urbano, impegnata nei processi di conquista coloniale a cui, sempre di più, con l'avanzare del secolo, i ceti più umili della piccola borghesia e del proletariato sarebbero stati chiamati a dare il loro contributo di sacrifici e di speranze.

Carlo Pagetti

Ormai siamo così tanto abituati all'immagine del vampiro veicolata in particolare dal cinema e dalla televisione da ritenere che le sue caratteristiche siano senza tempo. Invece le origini di quell'immagine sono agevolmente identificabili e rintracciabili. È stata la letteratura del XIX secolo ad assumersi il compito di costruire e inventare il vampiro. Thomas P. Prest e James M. Rymer, i più probabili autori di Varney the Vampire (pubblicato anonimo), hanno il merito di aver cristallizzato sulla pagina scritta, tra il 1845 e il 1847, alcuni dei capisaldi dell'immaginario vampiresco. Varney, infatti, è un catalogo anticipatore di descrizioni e ritratti del vampiro destinati a lunga fortuna e ad approdare ai nostri giorni quasi intatti.

Fabio Giovannini

Il genere Gotico pone sempre dei dubbi al centro e a motore della narrazione: cos'è oggettivo e cos'è soggettivo? Che rapporto c'è tra conosciuto e ignoto? Cos'è vero e cos'è falso? Cos'è storia e cos'è leggenda? E persino: cos'è vita e cos'è morte? Possiamo davvero tracciare un netto confine tra tutte queste cose? C'è ben poco di evasivo in romanzi che trattano questi interrogativi fondamentali. Definire l'horror come semplicemente "perturbante" confonde il mezzo con il fine. Il fine è filosofico, ma con una specificità: l'accento cade sulle domande, non sulle risposte. Il disagio che si semina nel lettore, lo spinge a interrogarsi. Ogni soluzione raggiunta, ingenera nuovi interrogativi. Credo che questo atteggiamento abbia un profondo significato culturale e politico. In epoche stupidamente assertive come quella in cui viviamo, chi propaga dubbi fa opera di bene.

Gianfranco Manfredi

Dati tecnici I volume:
Prezzo: 16,00 euro
ISBN: 978-88-89541-44-9
Brossura, pagg. 538

martedì 23 marzo 2010

GEORGE R.R.MARTIN - IL BATTELLO DEL DELIRIO ( GARGOYLE 2010)

Partiamo da lontano…
1976
Una giovane autrice, nata a New Orleans non molti anni prima, pubblica un romanzo che in poco tempo diverrà un Best Seller internazionale.
Il titolo di quel romanzo è "Intervista con il Vampiro".
Le ambientazioni create dalla Rice sono da considerarsi inedite e originali per un settore conservatore e legato ad un certo classicismo stilistico come quello della novella “vampirica” ( tranne Matheson ma quello è un caso a parte).
Il mondo in cui si muovono i personaggi della Rice sono paludi putride e melmose, distese di piantagioni dove lo schiavismo è ancora legge, case coloniali ombrose e isolate, cittadine di provincia squallide e violente.
Sulle assi di un teatro tanto singolare la scrittrice pone le sue marionette/attori, dai volti di cera e dai canini ben appuntiti.
Invero parliamo di una narrazione che creerà la sua forza espressiva più sui personaggi che sulle ambientazioni.

1982
George R.R. Martin è un autore più giovane della Rice di qualche anno.
Durante gli anni 70 ha pubblicato una serie di racconti di successo ispirandosi agli autori che lo hanno incantato da ragazzino (Tolkien, Lovecraft etc.).
Nei primi anni 80 si dedicherà finalmente ai romanzi ( di successo) pubblicando tra i tanti: “Il Battello del Delirio”.

Perché tutto questo preambolo?
Il motivo è lampante: i due romanzi ( Intervista con il, Vampiro e Il Battello del Delirio) hanno un’anima comune ma intenti totalmente differenti.
Martin costruisce un vero e proprio romanzo storico.
Il punti di forza della sua narrazione sono i precisi dati storici, le ambientazioni dettagliate, gli aromi e le suggestioni che scaturiscono dai suoi panorami letterari ( il Mississippi descritto da Martin non è solo un topos letterario ma un cosa che vive e pulsa attraverso le pagine del libro. Quanti autori possono permettersi tanta chiarezza espressiva? Pochi…)
Anne Rice ha sempre dato maggior risalto ai personaggi, alle loro debolezze, ai loro tormenti e alle loro bramosie terrene. Sullo sfondo, paesaggi storici quasi sempre freddi, distaccati, palcoscenici narrativi dove la New Orleans del 1700 sembra quasi un pannello dipinto alle spalle degli attori.
C’è, lo vediamo, è chiaro ma anche artificioso e poco indicativo.
Con Martin non c’è pericolo.
L’America meridionale del 1857, descritta nel libro è di una vividezza quasi imbarazzante.
E i suoi protagonisti hanno lo spessore giusto per muoversi in ambienti tanto complessi e carichi di forza espressiva.
Tra questi il battelliere Abner Marsh, invero un bifolco dell’America del Sud con tutte le conseguenze dell’essere figlio di un tale ( e triste) periodo storico.
Molto bello anche il personaggio de “Il Verme”(Billy Tipton).
E’ il “classico” cattivo della letteratura pulp.
Violento, cinico, sarcastico, doppiogiochista, interessato, debole e servile quando serve, astuto e calcolatore nell’ombra delle sue azioni non dichiarate.
Un personaggio che spicca di luce ( anzi di oscurità) propria.
Ho quasi intravisto delle suggestioni alle Sergio Leone nel personaggio di Tipton.
E gli amati vampiri?
Forse dirò un‘eresia, forse no, ma questo romanzo così potente e ricco, poteva benissimo fare a meno dell’elemento soprannaturale.
Molti hanno citato ( giustamente) Mark Twain e la letteratura americana di quel periodo.
Eppure ( nei miei sogni o visioni di lettore) io ci ho visto anche le inquietudini marinare di Conrad ( La Linea d’ombra), le sensuali e stuzzicanti pagine di Scott Fitzgerald (Il Grande Gatsby) e lo spessore psicologico e la cura nei personaggi di William Faulkner. Ma i vampiri ( come Gargoyle ci ha ben abituato) ci sono, eccome!
La contrapposizioni tra maestri/ guide/non morti è alla base della storia.
Un scontro titanico tra luce ( Il Capitano York una specie di Gatsby vampiresco) e buio (l’enigmatico e demoniaco Damon Julian).
Si tratta di una contrapposizione netta, senza alcun dubbio o diversificazione sulla natura dei personaggi.
Siamo lontanissimi ancora dalla complessità ( a volte sublime a volte banale) dei vampiri della Rice ( positivi in un libro, repentinamente negativi in un altro).
Martin proviene dal Fantasy ( ma anche da certi fumetti di supereroi) e si vede ( es. Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco).
Usa gli stessi espedienti letterari.
Da una parte il male, dall’altra il bene e un ‘immensa scacchiera di personaggi, situazioni e di eventi sul quale far muovere le proprie (inconsapevoli?) pedine.
Chi vincerà alla fine?
Quale sarà il prezzo del male?
Quale sarà il sacrificio del bene?
Beh, lo scoprirete leggendo questo romanzo voluminoso di quasi 400 pagine (fittissime!).
Per chi già ama l’autore americano un‘uscita imperdibile.
Per chi non può vivere senza vampiri e vuole sperimentare un romanzo diverso, più funzionale ai personaggi, di grande caratura tecnica, e soprattutto scritto da Dio, questo è il libro da prendere.
Take care!

mercoledì 17 marzo 2010

PUNTATA AD ALTO TASSO METALLICO PER "L'ISPETTORE COLIANDRO"

La band Folk/Progressive/Black/Gothic/ Metal degli IN TORMENTATA QUIETE, i quali hanno da poco pubblicato il loro nuvo albunm "Teatroelementale"per My Kingdom Music, sarà guest nell'episodio de "L'Ispettore Coliandro" del 19/03/2010
L'episodio inedito (dal titolo "666")andrà in onda alle 21:05 su Rai2 e fa parte della quarta serie.
Inoltre la puntata vedrà la partecipazione come guest dei Malnàtt ( Black Metal band di Bologna) ed al mitico Steve Sylvester ( della storica metal band italina DEATH SS)
Ci sarà inoltre la possibilità di ascoltare un brano inedito degli In tormentata Quiete intitolato "La Ballata dei Cani Neri" - "Black Dogs from Hell", composto ad hoc per la colonna sonora della puntata.
Info su:
http://www.coliandro.it/serie42.html
www.myspace.com/intormentataquiete







martedì 16 marzo 2010

"IL BATTELLO DEL DELIRIO": IL ROMANZO HORROR DI GEORGE R.R.MARTIN PUBBLICATO DA GARGOYLE BOOKS

Gargoyle Books
presentaa 16 anni dalla sua prima edizione italiana
Il battello del delirio
Il capolavoro horror di George R.R. Martin
Nuova traduzione di Simone De Crescenzo
Introduzione di Giuseppe Lippi

La trama.
St. Louis, riva occidentale del Mississippi, 1857: il burbero e mastodontico Capitano Abner Marsh, proprietario della Fevre River Packet Company, è sull'orlo del fallimento. Una serie di incidenti e la morsa del rigidissimo inverno appena trascorso hanno provocato la distruzione di tutte le sue imbarcazioni, eccezion fatta per un piccolo e malandato steamer, di certo insufficiente a risollevarlo dallo sfacelo economico di cui è rimasto vittima. Ma la cattiva sorte del Capitano sembra subire una battuta d'arresto grazie all'incontro con Joshua York, un facoltoso forestiero disposto a rilevare il 50% delle quote della compagnia, nonché a fornire il capitale necessario per la fabbricazione di un nuovo battello su cui solcare insieme a Marsh il Grande Fiume. Due sole sono le condizioni pretese dallo straniero per siglare la sua entrata in affari: 1) lungo la navigazione del futuro battello, durante il giorno, lui e gli amici che lo accompagnano non dovranno essere mai richiamati, per alcun motivo, dalle loro cabine, 2) potranno effettuarsi deviazioni di rotta ogni qual volta York ne farà richiesta. Sebbene assai perplesso, il vecchio Capitano accetta l'accordo, e in pochi mesi viene costruito un gigantesco, velocissimo ed elegante steamer, il Fevre Dream, pronto a salpare dalle sponde fluviali del Missouri alla volta della Louisiana. Ben presto, però, le singolari abitudini di York e il suo seguito diventano sempre più intollerabili per Marsh: gli scali improvvisi voluti dallo straniero provocano ritardi di giorni interi, a scapito dei profitti della compagnia ma, cosa ben più allarmante, in tutti i luoghi in cui York impone di attraccare vengono commessi terribili delitti. Così, il Capitano Marsh decide di andare a fondo del mistero che avvolge il suo socio, al quale sente di essersi affezionato, suo malgrado, e di disattendere il loro patto.

Il libro.
Unica incursione nell'horror da parte di quello che da molti è ritenuto l'erede di John R.R. Tolkien, Fevre Dream (questo il titolo originale) venne pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1982, conquistando subito un grande successo di pubblico e critica, tanto da essere candidato al prestigioso World Fantasy Award, e da vincere, nel 1984, il Premio spagnolo Gilgamesh come miglior romanzo. In Italia uscì nel 1994, nella storica collana "Il Libro d'Oro" delle edizioni Fanucci, con il titolo Il battello del delirio.
Quello di George R.R. Martin è un romanzo vampirico profondamente atipico. Non c'è traccia di superstizione o misticismo nel modo in cui l'autore tratteggia i succhiasangue, e mancano del tutto i cliché con cui questi vengono abitualmente descritti dalla letteratura e dal cinema. Niente aglio, paletti, croci, acqua santa, niente mutazioni dopo essere stati morsi - vampiri lo si può essere solo dalla nascita, non ex post: i succhiasangue di Martin sono una stirpe sorta all'inizio della Creazione, che si è evoluta parallelamente a quella umana, sopraggiunta in un secondo tempo. Anche ne Il battello del delirio Martin dà prova del suo sorprendente talento nel creare delle architetture fantastiche completamente personali, dove nulla è scontato, dove le cifre della tradizione sono spesso ribaltate o innovate, e dove risultano prodigiose la caratterizzazione dei personaggi - raccontati nella loro complessità, in un superbo gioco di luci e di ombre (memorabili in tal senso la rappresentazione del Capitano Abner, mosso da sentimenti contrastanti nei confronti del suo misterioso socio, e quella dello stesso Joshua York, vampiro stretto tra la volontà di superare la sua dipendenza dalla "Sete Rossa" e il tormento di non abbandonare i superstiti del suo "popolo" ancora ad essa soggiogati) - e la descrizione degli ambienti - potente è l'affresco della vita dei battellieri del XIX secolo che solcavano le acque del fiume Mississippi, ed efficace l'uso del gergo nautico che ne scandisce la quotidianità.
Se da un lato l'autore, per mezzo di una gustosa e densa inventiva, allestisce una sontuosa messinscena narrativa di pura evasione, dall'altro Il battello del delirio si presta a essere letto come un avvincente tributo al valore della fratellanza, dove riveste un ruolo di primo piano la marcata critica al razzismo, che, a metà Ottocento, era al suo culmine negli Stati Uniti, a dispetto dell'imminente abolizione della schiavitù.

L'autore.
Nato nel 1948 nella cittadina di Bayonne, nello Stato americano del New Jersey, George Raymond Richard Martin è uno dei più grandi autori di fantasy e fantascienza viventi. Oltre a essere uno scrittore, Martin è produttore, sceneggiatore cinematografico e di fumetti (di cui è anche accurato collezionista), ed eccellente performer negli scacchi e nei giochi di ruolo. Le sue opere sono state tradotte in tedesco, francese, italiano, spagnolo, svedese, olandese, giapponese, portoghese, croato, russo, polacco, ungherese, finlandese ed esperanto. Laureatosi in giornalismo nel 1970, lo insegna per alcuni anni, finché, nel 1979, abbandona la docenza per dedicarsi completamente alla letteratura; un anno dopo riceverà il Premio Hugo, il Premio Locus e il Premio Nebula per il racconto Re della sabbia.
Notevole è anche la produzione romanzesca di quegli anni: Il pianeta dei venti, di cui è coautore assieme a Lisa Tuttle (1980, Ed. italiana Nord-paperback 1992), Il battello del delirio (1982), The Armageddon Rag (1983) e la lunga serie Wild Cards (cominciata nel 1986).
Nel 1986, Martin si trasferisce a Hollywood, dove vivrà per circa un decennio, collaborando al lancio di alcune importanti serie Tv, sia con la CBS (Ai confini della realtà e La bella e la bestia, del quale è stato anche produttore) sia con la Columbia Pictures Television. Nel 1991, Martin inizia a scrivere la saga Cronache del ghiaccio e del fuoco, che diventa subito un popolarissimo successo internazionale (in Italia è pubblicata da Mondadori).
Esponente di spicco della Science Fiction and Fantasy Writers of America, Martin attualmente risiede in New Mexico, a Santa Fe.
http://www.georgerrmartin.com/

Da Il battello del delirio:
La gente della vostra razza è accecata dall'odio, timorosa, sospettosa; e in questo modo costringe il mio popolo a rimanere nascosto, almeno per il momento. Ho visto il modo in cui vi muovete guerra fra voi stessi [.] ho visto il modo in cui riducete in schiavitù i vostri stessi simili. Vi ho visto frustarli e venderli come animali soltanto per via del colore della loro pelle. E i neri sono molto più affini alla vostra razza di quanto possiamo esserlo noi. Ancor oggi siamo costretti, per la nostra sicurezza, a rimanere celati ai vostri occhi. Ma, una volta che saremo liberi dalla Sete Rossa, spero che col tempo [.] potremmo imparare gli uni dagli altri, Abner! Potremmo aiutarci a vicenda!

Dall'introduzione Il vampiro in America:
Se il vampiro americano, creatura dell'immaginazione spinta ma ansiosa di calarsi nella realtà del Nuovo Mondo, ha significato qualcosa per i suoi ammiratori, è che a prezzo del proprio imborghesimento ha potuto modellarsi una maschera più simile a quella che noi stessi portiamo, un volto più terreno che lunare. Non è solo un fantasma che nasca dalla crudeltà e dalla superstizione ma [.] ha una sorta di tragica dignità. A volte è noioso, perché è disposto a barattare la ritrovata umanità coi sentimenti convenzionali; ma nei casi migliori, è una marionetta forsennata e sensibile [.] che dà un brivido anche quando sembra essersi ridotta a pallida controfigura di se stessa. . Leggete la storia di Joshua York: non sentite un fremito?

Per leggere in rete tutta la postfazione:
http://www.gargoylebooks.it/site/content/il-battello-del-delirio-sta-attraccare

Hanno detto:
Un romanzo che delizierà tanto gli appassionati di Stephen King quanto quelli di Mark Twain. romantico, poetico e terrificante, quest'horror di Martin si colloca di diritto nell'Olimpo dei libri di vampiri.
Roger Zelazny

Per farne un film ci vorrebbero il senso epico di John Ford, la lealtà virile cantata da John Milius e il talento visionario di un Coppola fuori di testa.
Alan D. Altieri

Uno di quei romanzi che ha contribuito a rivoluzionare la letteratura sui vampiri proponendo un nuovo tipo di "mostro" e anticipando alcuni elementi che vediamo nei romanzi attuali.
Daniela Bolognini - Il Catafalco

Un libro "visivo" con una cura estrema per i particolari. Non omette nulla e rifornisce di stimoli costanti la mente del lettore.
Valerio Bonante - Ca' delle Ombre


Dati tecnici del volume:
Prezzo: 18,00 euro
ISBN: 978-88-89541-42-5
Pagg. 393

lunedì 15 marzo 2010

SPECIALE GOTHIC/DOOM/DARK CON I YOUR TOMORROW ALONE

Giovedì 18 Marzo, nuovissima puntata di Moshpit.
Ospiti in studio: YOUR TOMORROW ALONE.
Doctor Jankyll e Mister Eddie insieme alla band campana presenteranno il loro nuovo album targato 2010.
Inoltre puntata tematica dedicata al Gothic/Doom/Dark con scaletta dedicata.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti del Vero Rock e della scena Underground.
Vi aspettiamo alle 21 sul sito di Radio Base:
Per info sui YOUR TOMORROW ALONE:

martedì 9 marzo 2010

RAYMOND RUDORFF - GLI ARCHIVI DI DRACULA ( GARGOYLE - 2010)

“Gli Archivi di Dracula” di Raymond Rudorff è un libro che nasce già “Gotico” in partenza.
Il suo autore? Praticamente uno sconosciuto.
Como scrive “misteriosamente” Gianfranco Franchi nella sua postfazione, Rudorff “era un uomo che preferiva restare nell’ombra e a quanto pare nell’ombra riposa”.
Praticamente non si riscontrano notizie biografiche precise sulla vita di Rudorff.
Di sicuro è stato uno storico di alto valore ( basta spulciare tutte le pillole storico/antropologiche presenti nel romanzo) e un traduttore coi fiocchi.
Solo questo?
Possibile?
Nel 2010, nel mondo del web dove con un clic si possono conoscere “vita, morte e miracoli” di ognuno di noi, esistono ancora personaggi avvolti nell’ombra ( voluta o meno?).
Sembra proprio di sì.
Non a caso la Gargoyle Books ( che ha tradotto e pubblicato il libro dopo oltre 40 anni) ha dovuto lasciare una dichiarazione nella quale precisava che non era riuscita a rintracciare i titolari del Copyright ( parenti, discendenti etc.) e che quindi rimaneva a disposizione di eventuali aventi causa.
Affascinante.
Sembra di rivivere un racconto di Le Fanu o un enigma alla Lovecraft.
Passiamo al romanzo.
Il titolo “Archivi di Dracula” non deve trarre in inganno il lettore sprovveduto o saturo di elucubrazioni storico/fantastiche sul mito di Dracula.
Qui siamo lontani anni luce dalla sterile inventiva dei “Diari della famiglia Dracula della scrittrice americana Jeanne Kalogridis, invero un pastiche confuso ( e forzato) del romanzo di Stoker .
Non siamo neanche nell’ambito del Vampiro post moderno come delineato di recente da tanti autori nostrani e non solo.
Se di modernità dobbiamo parlare lo faremo in modi meno prevedibili.
Come imprevedibili sono le trovate narrative che stanno alla base del libro.
Il romanzo ( storico?) di Rudorff trasuda classicità e tradizione Gotica da tutti i pori ( o da tutte le pagine).
L’impianto iniziale è quello del carteggio ( lettere, diari, memorie anonime) alla Stoker.
Quello che però mancava al romanzo “stokeriano” era una maggiore dinamicità dei personaggi cosa che è invece ben presente in questo romanzo.
Esempio fulgido è il personaggio di Stephen Morheim.
Prima ragazzino ritardato che perde i genitori per uno strano caso di vampirismo mai spiegato totalmente dall’autore.
Poi pian piano risorge dalle ceneri della sua demenza ( e dal dolore) e dischiude le ali in una sorta di indipendenza “faustiana”.
Faust/Stephen dualismo che spiega bene il personaggio .
Attraverso lo studio e la scoperta di libri antichi ( espediente tipicamente Gotico) scopre di essere discendente di un ramo della famiglia Bathory.
Non solo, attraverso le sue ricerche e i suoi viaggi ( eccolo l’elemento dinamico) scopre alcuni suoi legami anche con la famiglia Dracula e un amore interessato per una delle sue discendenti dirette.
Come uomo combattuto tra tradizione ( la ricerca delle sue radici arcaiche, seppur maledette e il potere che ne deriva) e modernismo ( sposare la discendente per ottenerne i beni tra cui i ruderi del castello di Dracula quanto mai simbolo di alterità e distacco ) si staglia nelle pagine del romanzo con fascino traboccante.
Mi chiedo se la scrittrice Anne Rice abbia mai letto di questo personaggio prima di creare il suo Lestat De Lioncourt nelle “Cronache dei Vampiri”.
Interrogativo di non poco conto.
Tornando a Stoker ci sono comunque molti similitudini con “Dracula”.
Il personaggio di Arminius creato da Rudorff è praticamente l’alter ego del Dottor Van Helsing.
Studioso, professore e soprattutto guida sicura tra i meandri della vicende vampiriche e storiche che assalgono gli sprovveduti protagonisti.
Tra questi la dolce e giovane Elisabeth Sandor che lascia un amore sicuro e terreno ( quello di Ernest) per abbracciare i desideri oscuri e blasfemi di Stephen.
Quali? Basta un po’ di fantasia..
Anche in questo caso il parallelo con la Mina di Stoker è palese.
Solo che Rudorff non ha intenzione di salvare il lettore.
Non troverete finali ristoratori alle pene provate leggendo il libro.
E i misteri (seppur apparentemente rivelati) sui legami di sangue ipotizzati da Arminius tra due veri e propri archetipi del grottesco ( Bathory e Dracula) saranno di nuovo avvolti nell’ombra così come nell’ombra l'autore ha avvolto la sua esistenza.
C’è un dubbio che mi ha assalito prepotentemente alla fine della lettura.
Le prime pagine e l’epilogo del libro sono memorie anonime fatte di bramosia, desiderio, vita selvaggia, scoperte e sete di potere.
E’ questo il vero senso del libro?
In ognuno di noi si cela un desiderio oscuro di sopraffazione e mistero che è poi l’anticamera del vampirismo psichico?
Rudorff attraverso le vicende di Stephen, Elisabeth, Arminius, ha raccontato la nostra metà oscura?
Possibile.
Del resto da attento erudito qual era ( e lo era di sicuro!) aveva colto in pieno la simbologia nascosta del mito/archetipo/vampiro.
Un misto di bramosia tipicamente terrena e di ricerca verso dimensioni “altre”.
Romanzo affascinante questo “Gli Archivi di Dracula”, che seppur nel suo impianto Gotico e nel suo stile forbito, trasuda una dimensione attuale e “faustiana” del vivere moderno.

sabato 6 marzo 2010

MORTIIS: IL TROLL CHE COMPONEVA LE COLONNE SONORE DEL GELO NORDICO

Mortiis ( vero nome Haavard Elefsen) è un musicista norvegese nato nel 1965 a Notodden, Telemark.
Dopo una parentesi artistico/musicale con la band Black Metal Emperor, e il suo coinvolgimento nei roghi di chiese avvenuti nei primi anni 90 in Norvegia, si trasferì in tutta fretta con la fidanzata in Svezia dove di lì a qualche mese inaugurò la sua produzione solista incentrata su sonorità di musica Ambient/Medievale composta attraverso tastiere e sintetizzatori.
Dopo 4 album e svariati progetti paralleli ( Fata Morgana, Vond etc.) nel 1999 firmò per l'etichetta inglese Earache Records ( famosa per band come Napalm Death, Carcass, Morbid Angel etc.), trasformando le sonorità degli esordi in un Rock/Industrial derivativo e di scarso valore.
Quello che contraddistingue il messaggio artistico di Mortiis è la teatralità del suo personaggio ( una sorta di Troll solitario e repellente) e il desiderio di ricreare attravesro la sua musica ( soprattutto nei primi 4 album) le atmosfere di grande phatos della natura nordica e le infinite notti che sembrano avvolgere i desolati paesaggi norvegesi.
Per saperne di più:
http://en.wikipedia.org/wiki/H%C3%A5vard_Ellefsen

Discografia consigliata
1993 - Født Til Å Herske (Trad. "nato per dominare")
1995 - Ånden Som Gjorde Opprør (Trad. "lo spirito che si oppose")
1995 - Keiser Av En Dimensjon Ukjent (Trad. "Imperatore di una Dimensione Sconosciuta)
1996 - Crypt Of The Wizard

Discografia sconsigliata:
tutto il resto della sua produzione Rock/Industrial.

Notizia dell'ultima ora: finalmente hanno messo su You Tube il video (originariamente pubblicato in VHS) di Mortiis pubblicato nel 1995 dall'etichetta svedese Cold Meat Industries ( specializzata in Musica Ambient/Industrial) e intitolato "Reisene Til Grotter og Odemarker".
Lo cercavo da anni...
Un must per gli amanti della musica elettronica e della gelida natura nordica.
Enjoy it!!!


venerdì 5 marzo 2010

CONCORSO INTERNAZIONE DI NARRATIVA E FOTOGRAFIA NARRANTE "I PICENTINI" II EDIZIONE

RICEVO E PUBBLICO VOLENTIERI:

Concorso int.le di narrativa e fotografia narrante"I Picentini" II Edizione
Scadenza iscrizione: 31 Maggio 2010

Organizzato da:
Club del Borgo – Associazione Picentia – Comunità Montana – Comuni dei Monti Picentini
Indirizzo:
via G. Garibaldi, 167
84122 Salerno
E-mail: http://mailbeta.libero.it/cp/_javascript:void(0);
Telefono: 089237383
Cellulare: 3287428454 - 3487420022
Internet: http://www.concorsoipicentini.it/
Indirizzo spedizione degli elaborati:
Archivio e protocollo Comune di Giffoni Sei Casali, piazza G.Paolo 2^ 84090 Salerno

Sezione A
Narrativa
Tema:
I borghi raccontano…
Copie: 5
Lunghezza:
10 cartelle su formato A4—carattere Newroman dimensioni 12 pt
Opere ammesse: Adulti e scuole secondarie di primo e secondo grado

Sezione B
Fotografia narrante
Tema:
I borghi raccontano…
Copie:
Lunghezza:
una serie di sei immagini in bianco e nero o a colori, in tecnica tradizionale
Opere ammesse:
analogiche o digitale Adulti e scuole secondarie di primo e secondo grado
Quote di partecipazione: gratuito

Premi:
Adulti: assegno di 2000,00 euro, pernottamento gratuito ed eventuale pubblicazione dell’opera premiata
Scuole: assegno di 500,00 euro, pernottamento e la citazione dell'opera nella eventuale pubblicazioneLe fotografie selezionate entreranno a far parte della collezione “I Picentini”.

La giuria ed il comitato del club del borgo si riservano di rilasciare una menzione speciale e due premi aggiuntivi per alunni residenti nel territorio picentino.
Il comitato del club si riserva di scegliere alcune opere tra le prime 10 selezionate dalla giuria
E' in via di definizione il premio speciale alla memoria "Giuseppe Tedesco".

Premiazione:
Data ancora da definire
data da definire:presumibile luglio- agosto 2010mese di giugno selezione giovaniLa premiazione avverra' nel comune di Giffoni Valle Piana

Giuria:
Presidente narrativa Davide Rondoni
Presidente fotografia Massimo Bignarditre membri per sezioni
Presidente del premio e membro di diritto Mariapia D’Acunto Tedesco
Con il patrocinio di:
Presidenza Repubblica
Regione Campania
Provincia di Salerno assessorato politiche forestali
Comune di Salerno assessorato alla cultura
Ufficio scolastico provinciale di Salerno
Expo scuola
Parco regionale Monti Picentini
Sponsorizzato da:
partners del concorso: Comuni di Acerno, Castiglione del Genovesi, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Olevano sul Tusciano, SanMango Piemonte, San Cipriano Picentino, Pontecagnano Faianoe inoltreAssessorato pro.le Politiche forestali, Comunità Monti Picentini, Picentia Turismo, Coordinamento Proloco Monti Picentinie Kiwanis International Club Salerno
Altre note:
Il concorso è itinerante nei dieci Comuni dei Monti Picentini:Acerno – Castiglione del Genovesi – Giffoni Sei Casali – Giffoni Valle Piana – Montecorvino Rovella – Montecorvino Pugliano – Olevano sul Tusciano – San Mango Piemonte – San Cipriano Picentino – Pontecagnano

mercoledì 3 marzo 2010

BUON COMPLEANNO MOSHPIT CON I BLACK SABBATH!

Giovedì 4 Marzo, Moshpit compie un anno!!!
Tutto è nato nel Marzo del 2008 quando due loschi figuri, Doctor Jankyll ( ex Metal Dj di Radio Antenna Sarno con il programma di culto" Wild Side") e Mister Eddie (Scrittore di storie gotiche e giornalista) decisero di portare sulle frequenze di RADIO BASE, PAGANI, un programma che parlasse del VERO ROCK e che desse spazio (meritato) anche alle band del foltissimo Underground campano e nazionale.
Dopo un anno di grandi emozioni, tante rubriche, serate a tema e ospiti prestigiosi ( e appassionati), MOSHPIT taglia il traguardo del primo anno di dirette con uno speciale storico/tematico sui BLACK SABBATH.
Celebreremo i 40 anni di una delle band più importanti del rock e insieme ai nostri fedeli ascoltatori festeggeremo il compleanno di MOSHPIT.
Come sempre puntata da non perdere...
Giovedì 4 Marzo alle 21 su
http://www.radiobase.fm/

martedì 2 marzo 2010

"TIRO ALL'ITALIANA": L'ATTESO "SEGRETISSIMO" DI STEFANO DI MARINO

E' con grande soddisfazione ( da lettore incallito) che segnalo l'uscita nella collana "Segretissimo Mondadori", del nuovissimo Thriller di Stefano Di Marino: "Tiro all'italiana".
Dal 1 Marzo in tutte le edicole.
Recensione e intervista sono previste a breve per questo libro.
Check it out!!!

Sinossi
Chi manovra il micidiale gruppo di fuoco che sta sconvolgendo gli equilibri di Gangland, putrescente città del crimine? Dall’omicidio di un poliziotto dilaga un fiume di sangue rosso come i passamontagna dei killer guidati da un criminale leggendario: l’Uomo Nero. Non c’è scelta per Chance Renard, deve richiamare in azione la sua vecchia squadra. Ma potrebbe essere già troppo tardi. La Divisione Sicurezza Europea ha le prove: l’Italia sta per diventare teatro di uno scontro che coinvolge crimine organizzato, terrorismo mercenario e servizi deviati. Cos’è Omega? Un patto infame? Un ricatto mostruoso? Un piano eversivo? Da Gangland all’Europa centrale sino a un esplosivo finale nel porto di Genova, Chance sarà costretto a destreggiarsi tra alleati al veleno e feroci antagonisti.

Curiosità
Il Booktrailer di "Tiro all'italina" è opera del bravissimo Lucius Etruscus ( nome d'arte, credo...) uno che di cinema e letteratura Thriller/action se intende e che cura personalmente una rubrica sul "Giallo d'autore" su Thriller Magazine:
http://www.thrillermagazine.it/rubriche/9417/
Questo il suo canale You tube:
http://www.youtube.com/user/FightLuX