lunedì 17 maggio 2010

MAURO BALDRATI - LA CITTA' NERA (PERDISA POP - 2010)

Come ho già stigmatizzato in altre recensioni presenti sul blog, sembra che la tematica dell’apocalisse “prossima ventura” e di un nuovo, desolante inizio per le sorti umane (e nostrane) stia coinvolgendo una fetta non indifferente di autori dediti alla narrativa di genere.
Tra i tanti Arona, Salvatori, Vergnani, Di Marino e ora anche Baldrati, costruiscono, con toni efficaci, storie ambientate sul territorio italiano, agganciandosi mirabilmente alla letteratura noir e di fantascienza d’oltreoceano e non solo.
Baldrati a differenza dei primi tre ( e agganciandosi in un certo senso a Di Marino anche se è un legame molto labile), trova ispirazione nella politica, nella cronaca e negli schemi sicuri del thriller futuristico.
Ambientato in una Roma post bellica ( e come abbiamo già detto post apocalittica) l’autore costruisce una società completamente militarizzata e dal potere accentrato in poche cariche ( per lo più immobili, soffocanti, oscurantiste).
Protagonista un poliziotto onesto e tormentato ( singolare scelta, visto che si tratta di una figura anacronistica, fortemente legata alla fiction degli anni 80), il Sergente Antonio Draghi, che riceverà dal regime il pesante incarico di setacciare una Roma piena di ombre, ruderi e relitti umani ( in alcuni casi simili a zombi famelici) per scovare un pericoloso killer al soldo delle resistenza.
Non so perché, ma nelle disavventure di Draghi tra una ambigua burocrazia militare e la ricerca (a volte vana, a volte complessa) di un killer inafferrabile, ho riconosciuto una certa narrativa “d’attesa” molto simile a quella proposta da Dino Buzzati nel Deserto dei Tartari.
Una mia sensazione che a volte ho percepito in maniera prepotente durante la lettura del testo.
Inoltre Baldrati di mestiere fa il giornalista quindi conosce bene la nostra realtà storica.
Trasmuta tutte le sue convinzioni e le sue paure in un messaggio narrativo che in un certo senso può essere considerato “politicizzato” ma senza mai sconfinare in una corrente precisa.
Abbiamo un regime dispotico, corrotto e violento da una parte, una resistenza sfuggevole e mal assortita dall’altra.
Insomma i confini sono aperti e non strizzano l’occhio per forza a qualcosa di prevedibile e tutto sommato, di noioso.
Infine mi trovo d’accordo con la riflessione ( molto costruttiva) del sempre attento Alex Girola su Il Blog sull’orlo del mondo,
http://mcnab75.livejournal.com/301285.html
il quale tende a segnalare l’unica pecca ( se così si può chiamare..) del romanzo:
l’aspetto ucronico è poco approfondito!
Poche righe per spiegare i feroci cambiamenti nella religione, nella società, nella politica, nei costumi derivati alla fine di un ipotetico conflitto mondiale(?).
Non è dato saperlo con chiarezza.
Baldrati gioca con il vago, con il non detto e in un certo senso scatena curiosità e visioni di un futuro possibile e nerissimo nella fantasia del lettore.
Per il resto impianto solido, stile accattivante e una lettura piacevole.
Di questi tempi tre grandi pregi riuniti tutti insieme in un solo lavoro.
Curioso di scorgere le prossime mosse dell’autore e magari un ipotetico sequel.
Intanto occhio a “La Città Nera”!

2 commenti:

Baldrus MC ha detto...

Ringrazio per questa interessantissima recensione, e il riferimento a Il Deserto dei Tartari è una vera sorpresa! Infatti è stata una delle mie letture fondamentali di gioventù. Mi fa anche piacere che tu abbia colto il "non detto", che in letteratura è spesso più importante del "detto", inteso come codici nascosti che "dicono" senza affermare o descrivere apertamente o - talvolta - pesantemente :-)

Mauro Baldrati

EDU ha detto...

Ciao Mauro
Mi permetto di darti del tu...^__^
Prima di tutto grazie a te per il commento e per i complimenti.
Graditissimi.
Inoltre sono molto contento che il riferimento al noto romanzo di Buzzati sia in qualche modo pertinente visto che è una sensazione "a pelle" che ho provato durante la lettura del tuo romanzo.
Sugli espedienti del "non detto" avevo inteso che era una tua tecnica stilistica precisa anche se da lettore ( che ha apprezzato tanto il tuo romanzo) mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più...^__^
Magari nel sequel ci dirai...spero...
Complimenti sinceri e in bocca al lupo.
Edu