mercoledì 30 novembre 2011

MOSHPIT SPECIALE ROCK FEMALE VOICES



Questa sera Giovedì 1 DICEMBRE 2011 nuova straordinaria puntata di MOSHPIT.
Puntata dedicata totalmente alle Female Rock Voices
Doctor Jankyll & Mister Eddie avranno l'onore e il piacere di avere come ospite in studio SOPHYA BACCINI, vocalist della progressive dark rock band Presence.
Inoltre collegamento in diretta telefonica con la storica rocker del panorama italiano e internazionale MORGANA!
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario ( 21:00) sempre su Radio Base:
www.radiobase.fm
104,8 FM (solo in Campania)

martedì 29 novembre 2011

NORD – RUNE DENSTAD LANGLO (2009)


Titolo originale: North
Regia: Rune Denstad Langlo.
Attori: Anders Baasmo Christiansen, Kyrre Hellum, Marte Aunemo, Mads Sjøgård Pettersen.
Genere: Commedia(?), Drammatico(?).
Paese: Norvegia.
Anno: 2009

Sinossi
Ritiratosi in solitudine a lavorare come guardia di un parco sciistico, Jomar scopre di essere il padre di un bambino nato nell'estremo Nord del paese. D’improvviso sceglie di partire in un lungo viaggio attraverso la Norvegia per raggiungere il figlio. Mezzo utilizzato: una motoslitta. Uniche provviste: cinque litri d'alcol.

Considerazioni:
Tempo fa si parlava in un forum su Facebook di un’ampia gamma di film (dall’ Horror al Giallo, dal Drammatico alla Commedia) accomunati da un unico accattivante particolare: l’ambientazione sulla neve. Alla fine della discussione si coniò un termine di massima, non ufficiale, attraverso il quale raggruppare questo genere di pellicole, molto eterogenee. Il genere scelto fu “Snow Movie”.
Nord, primo film del regista Rune Denstad Langlo (proveniente dall’universo dei documentari), potrebbe benissimo essere inserito in questa categoria.
La trama è quantomeno semplice: un uomo solitario e dalla vita alquanto anonima, scopre di avere un figlio segreto e inizia un viaggio nel gelo insidioso del Nord per raggiungerlo.
Sgombriamo subito lo spazio da equivoci: Nord, pur essendo un film ambientato in Norvegia non ha nulla a che fare col Black Metal e “bagliori nel cielo nordico”.
Non è un film epico e non ha nulla di mitologico o folkloristico accomunabile al contesto estremo.
È solo la storia di un disadattato che trova la luce della rinascita nel viaggio e in una meta lontana.
Se ci pensiamo bene il tema non è nemmeno originale anzi…
Allora che cosa ha questo Nord di speciale per meritare una recensione su questo blog: il NULLA.
Ecco l’ho detto.
Nord non mi ha lasciato nulla, pur avendo le carte in regola per appassionarmi. Gli elementi ci sono tutti: i maestosi paesaggi norvegesi, la neve, un viaggio irto di imprevisti, alcuni personaggi singolari, il concetto di isolamento, tipico delle regioni del’Europa settentrionale.
Eppure sento che questo film è freddo e distaccato come il suo protagonista.
Non coinvolge, non incanta. E dove potrebbe, finisce per cadere nel ridicolo o al massimo nel retorico (vedi il vecchio che vive isolato e il suo “singolare” suicidio).
Per il vostro umile scribacchino si tratta di un’occasione mancata ed è davvero un peccato perché sulla carta il film mi aveva esaltato non poco.
A questo punto conviene recuperare il film indipendente “The Misanthrope” di Nocturno Culto dei Darkthrone e incrociare le dita.
Ne riparleremo….

sabato 26 novembre 2011

DYLAN DOG: DUE BREVI RECENSIONI

DYLAN DOG N. 302/DELITTO PERFETTO - BRINDISI, MIGNACCO (BONELLI, 2011)

Forse sarà che sono un fan sfegatato di Bruno Brindisi (e delle sue matite) da quasi venti anni. Forse sarà che quel titolo e quello Yeti in copertina già mi ispiravano quando li ho adocchiati sul sito di Bonelli. Forse sarà che Mignacco ha costruito una storia che mischia qualcosa dei vecchi albi di Dylan Dog (il serial killer, il mostro inafferrabile, un giallo da svelare, un cattivo che davvero taglia le pagine...) con una trama originale che ha molto a che fare con la realtà attuale del web e dei forum (e ci ho visto anche una non velata "presa di posizione"), ma questo "Delitto Perfetto" mi ha davvero portato indietro nel tempo quando compravo un albo di Dylan e sapevo che avrei passato un'oretta di assoluto godimento. Cibo per il cervello e cibo per la fantasia. Stavolta il numero 302 merita e anche tanto. Chi se l'è perso ha fatto davvero, davvero male.


DYLAN DOG N. 300/RITRATTO DI FAMIGLIA - STANO, RUJU (BONELLI, 2011)

Si sa il numero di Dylan Dog a due zeri è sempre un evento atteso con trepidazione e molta curiosità. Stavolta ad occuparsi del numero speciale tutto a colori è stato lo storico "copertinista" Angelo Stano mentre soggetto e sceneggiatura sono affidati allo storico autore Pasquale Ruju. Cosa dire che non è stato già detto? Difficile. Le origini dell' Indagatore dell'incubo anche stavolta non vengono svelate in toto. C'è qualche riferimento a vecchi albi (Morgana, L'Alba dei Morti Viventi) ma il "Ritratto di Famiglia" sbandierato nel titolo non è purtroppo delineato come ci si attendeva. Rimane una lettura godibile, con ottimi disegni a colori e qualche escamotage inedito (Stano è coprotagonista della storia) ma chi si attendeva nuovi retroscena sulla vita dell' Old Boy rimarrà quantomeno deluso. Per il resto numero storico da avere assolutamente.

venerdì 25 novembre 2011

LICANTROPI, I FIGLI DELLA LUNA – SIMONETTA SANTAMARIA, LUIGI BOCCIA (GREMESE, 2011)

L’argomento “Licantropi” a differenza di quello dei Vampiri, divenuti ormai inoffensivi e tristemente efebici tranne rarissimi casi (Vergnani, Farjeon etc.), sembra ancora legato a un “underground letterario” ricco di spunti e di contaminazioni interessanti.
Tralasciando il mercato estero e concentrandoci su quello italiano mi vengono in mente ed esempio il romanzo in ebook del blogger Alessandro Girola intitolato “Uomini e Lupi” o ancora lo spietato compendio di Horror Rock e atrocità tipicamente anni ’80 creato da Paolo Di Orazio dal titolo di Vloody Mary.
Mancava un vero e proprio saggio che illustrasse in maniera certosina e ragionata il mito del Lupo Mannaro, partendo dal folklore fino ad arrivare alla cultura popolare moderna.
Ci hanno pensato Simonetta Santamaria (veterana dell’ Horror in Italia con diverse pubblicazioni all’attivo) e Luigi Boccia con l’agevole e coloratissimo volume dal titolo esplicito di “Licantropi, i Figli della Luna”, edito da Gremese Editore.
Il duo Santamaria/Boccia non si perde in elucubrazioni complesse e filosofiche ma va dritto al sodo, delineando nella maniera più chiara e diretta possibile, un discorso ampio, abbracciando allo stesso tempo un target di lettori vario ed eterogeno.
Nella prima parte del libro (invero corredata di un apparato fotografico di assoluto rispetto) vengono spiegate le origini del mito dell’Uomo-Lupo partendo dalle suggestioni di tempi antichi e ormai remoti in Grecia e nella Roma Imperiale fino ad arrivare a casi eclatanti e minuziosamente documentati come quello del’epidemia di licantropismo in Francia e Germani del 400, i fatti sanguinari della bestia di Gèvaudan e l’interessantissimo paragrafo tutto nostrano sulla bestia feroce di Milano (1792).
Ma il Licantropo è anche e soprattutto un fenomeno “reale” che merita la dovuta attenzione da parte di scienziati, storici e antropologici. Ecco allora un’altra sezione del saggio dove si affronta l’argomento sulla base di studi e ricerche davvero sorprendenti su malattie rare oppure sugli animali-mannari, per il sottoscritto una vera e propria fucina di scoperte inedite.
Quando si parla di Licantropi, poi, non può mancare assolutamente una sezione su letteratura (da Ovidio a King, da Agatha Christie a Fred Vargas e molti altri), cinema (la lista è davvero corposa ma Landis e Dante son ottimi spunti sui quali ragionare…) e fumetti (Dylan Dog, Tales Of The Crypt etc).
Infine saluto facendo le corna e ululando alla luna, una mirabile sezione dedicata all’ Horror Rock in connessione con la licantropia nella musica. In questa parte del saggio troverete Ulver, Sonata Artica, Metallica, Rob Zombie, Mercyful Fate e tonnellate di altri gruppi e artisti.
Insomma gli autori conterranei, Simonetta Santamaria e Luigi Boccia, sembrano non aver tralasciato davvero nulla e a loro va il merito, con coraggio e un pizzico di follia, di aver affrontato un tema chiaramente “fuori moda” per il periodo e quindi dedicato agli appassionati di Horror che se ne infischiano dei bestseller.
“Licantropi, i Figli della Luna” è un viaggio oscuro e affascinante alle radici di un mito che a distanza di secoli non ne vuole sapere di tornare nel buio dei tempi nel quale è nato e si è sviluppato.
Fatevelo regalare per Natale, magari nel periodo di Plenilunio!

Titolo: Licantropi - I figli della Luna
Autori: Simonetta Santamaria e Luigi Boccia
Editore: Gremese
Collana: Storia e Leggende
Pagine: 192
Prezzo: 19,50 €
Data di pubblicazione: 7 ottobre 2011

giovedì 24 novembre 2011

HENDRIX IL PIU' GRANDE PER ROLLING STONE

Il famoso Magazine musicale americano Rolling Stone, ha pubblicato la classifica dei 100 chitarristi più grandi di tutti i tempi.
Jimi Hendrix è stato eletto come il più importante e influente chitarrista della storia in una lista compilata da esperti di musica e chitarristi famosi.
Troviamo fra i primi dieci, dopo Hendrix, Eric Clapton e Jimmy Page. Seguono Keith Richards, Jeff Beck, B.B. King, Chuck Berry, Eddie Van Halen, Duane Allman e Pete Townshend.
Ecco una parte della classifica con i chitarristi più affini al nostro/vostro blog:
01. Jimi Hendrix
03. Jimmy Page (LED ZEPPELIN)
08. Eddie Van Halen (VAN HALEN)
24. Angus Young (AC/DC)
25. Tony Iommi (BLACK SABBATH)
36. Randy Rhoads (OZZY OSBOURNE)
40. Tom Morello (RAGE AGAINST THE MACHINE)
65. Slash (GUNS N' ROSES)
73. Kurt Cobain (NIRVANA)
87. James Hetfield (METALLICA)
92. "Dimebag" Darrell Abbott (PANTERA)

lunedì 21 novembre 2011

STEPHEN KING: RACCONTO IN EBOOK

Secondo un articolo pubblicato stamane sul Corriere della Sera, un nuovo racconto di Stephen King, dal titolo in italiano di "Miglia 81" sarà disponibile domani, presumo sul sito di Sperling, per il download come testo digitale.
Il racconto, sempre secondo l'autorevole quotidiano,contiene anche un piccolo aperitivo del nuovo romanzo appena uscito, 22/11/'63 (Sperling & Kupfer).
Miglio 81 è il racconto di un eroe bambino di dieci anni, Pete Simmons, e dei suoi incubi, rappresentati da una macchina insaziabile, nell’area di sosta del miglio 81 su un’autostrada del Maine. Una storia tra Stand by me e Christine, secondo la casa editrice.
Il prezzo dell' ebook è di 4,99 Euro.

domenica 20 novembre 2011

BLACK SABBATH: REUNION & LIVE IN ITALY!


Era nell'aria da diverso tempo: annunci, smentite, querele, indiscrezioni e controversie varie (da sempre nella vita di Ozzy!).
Ora è tutto ufficiale! Si riformano i Black Sabbath nella formazione originaria e registreranno persino un nuovo album nel 2012.
Intanto si imbarcheranno in un tour milionario in giro per il mondo, tra cui il nostrano "Gods Of Metal" (vedi sopra).
All'euforia iniziale, devo ammettere, è sopraggiunta anche un po' di diffidenza.
Faranno un album degno del loro nome?
Ozzy è ancora in grado di calcare i palchi di mezzo mondo con un minimo di preparazione e di tecnica vocale?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Intanto godiamoci questa bella notizia e i retroscena giornalistici (e saranno tanti, ci scommetto!) di questo evento del Rock mondiale!

giovedì 17 novembre 2011

MOSHPIT SPECIALE BACK TO EXTREME METAL!

Questa sera, Giovedì 17 NOVEMBRE 2011, nuovissima puntata di MOSHPIT.
Puntata dedicata totalmente all'Extreme Metal!
Doctor Jankyll & Mister Eddie avranno l'onore e il piacere di avere come ospiti in studio ben due opinionisti ufficiali: Pier Marzano (Koza Noztra, Grind Zone, Metal Hammer etc) e l'ultimo arrivato Fabban (Aborym, Funeral Oration etc.)
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario ( 21:00) sempre su Radio Base:
www.radiobase.fm
104,8 FM

mercoledì 16 novembre 2011

AVOLEDO TURNS TO APOCALYPSE ZOMBIE


Ricevo e pubblico questa interessante novità per gli amanti del Survival Blog e non solo:

Come vivrebbero gli uomini se si perdesse ogni speranza nel domani e se il giorno del giudizio arrivasse per mano non divina ma umana?
"Un romanzo di ricerca delle possibili radici del futuro, della fede che non è andata persa e di un domani meno cupo di quanto ci si possa attendere"

METRO 2033 UNIVERSE: LE RADICI DEL CIELO
Di Tullio Avoledo
Prefazione di Dmitry Glukhovsky

Le radici del cielo è il primo spin off italiano ispirato al romanzo russo Metro 2033, opera prima e caso letterario del giovane scrittore Dmitry Glukhovsky.
Dopo essersi appassionato a questo universo post-apocalittico grazie alla passione per i videogiochi del figlio sedicenne, Tullio Avoledo ha scoperto il Glukhovky scrittore, che come lui ama delineare nei propri romanzi scenari immaginari attraverso trame complesse che affrontano importanti temi "umani".
Così Avoledo ci regala ancora una volta una storia appassionante ed intensa, ricca di sfaccettature diverse e dal finale inaspettato: zombie e creature immonde, fede e spiritualità, bene e male, passione e morte…

Sinossi:
20 anni dopo l’olocausto nucleare Roma è una città desolata e spoglia, fatta solo di rovine. I suoi abitanti sembrano non avere più niente di umano. Il Nuovo Vaticano si è insediato nelle gallerie delle antiche catacombe di San Callisto. È una comunità di poche centinaia di persone, governata da un incerto equilibrio di poteri tra quel che resta della Chiesa e la spietata e corrotta famiglia Mori.
Padre John Daniels, all’epoca del disastro un giovane seminarista, ed ora unico membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, meglio nota, un tempo, con il nome di Santa Inquisizione, viene convocato a sorpresa dal capo del Nuovo Vaticano, il camerlengo Ferdinando Albani, l’ultimo cardinale della Chiesa. Il Papa è probabilmente morto, anche se nessuno può esserne certo. Da allora la sede papale è vacante. Il destino della stessa Chiesa è appeso a un filo: gli equilibri di potere all’interno delle catacombe pendono sempre più a favore della componente laica del Consiglio, l’organismo di governo locale cui appartengono uomini avidi e senza scrupoli. Con la promessa di recuperare il prezioso Tesoro della Basilica di San Marco, il porporato ottiene l’autorizzazione e i mezzi per una spedizione al Nord, nell’antica città di Venezia...Continua sulla SCHEDA
NOTA INTERESSANTE: il romanzo riceverà doppia pubblicazione. A febbraio 2012 infatti sarà tradotto in cirillico ed inserito nella collana dedicata a METRO 2033 UNIVERSE, che attualmente conta 19 romanzi.

In Metro 2033: dopo una catastrofe nucleare, i sopravvissuti si trovano a vivere nelle gallerie della metropolitana di Mosca. Ogni stazione diventa uno stato, lo sfondo perfetto per storie e viaggi avvincenti.
Nata come un’esperienza interattiva sul web nel 2002, dopo essere stato d'ispirazione ad un videogioco (THQ 2010), e dopo aver raggiunto le 300 mila copie vendute solo in Europa, tradotto in 25 lingue ora le ambientazioni post‐apocalittiche dei romanzi di fantascienza di Glukhovsky diventano un modello da internazionalizzare.
Il giovane autore russo ha esportato, infatti, il suo modello narrativo in giro per il mondo. Fino ad ora hanno aderito al progetto, contribuendo al Metro 2033 Universe: Regno Unito, Germania, Spagna, Cuba e probabilmente USA.

martedì 15 novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

"LINGUAGGI": COLLETTIVA D'ARTE DI ALFONSO ORZA



RICEVO E PUBBLICO QUESTO COMUNICATO STAMPA DI UN CARO AMICO:

Galleria d’arte “Michelangelo”

Di Alfonso Orza

Via G.Matteotti, 80 - Sarno (SA)

Presenta

“Linguaggi”

sez.Pittura:

Salvatore De Curtis, Roberto Mantellini, Roberto Sanchez, Lucio Statti

sez.Scultura:

Anna Crescenzi, Ugo Cordasco

Vernissage sabato 26 novembre ore 18,00

Dal 26 novembre2011 al

Titolo dell'evento: “Linguaggi”

Data vernissage: sabato 26 novembre 2011

Orario vernissage: ore 18

Orari di apertura:

Chiusura mostra:

Biglietti: ingresso libero

Testo di: Carolina Mantellini

Genere: mostra collettiva

“Linguaggi”

Proporre una mostra collettiva è sempre stata un’operazione delicata. Un tema comune, un fil rouge, costituisce in genere l’ancora di salvezza per mettere insieme le diverse personalità artistiche che si

ritrovano gomito a gomito, e con tutte le difficoltà di una ‘impaginazione’spesso problematica.

Un esercizio di alta scuola viene ad essere, invece, l’apparente assenza dell’argomento comune. Apparente soprattutto in questa collettiva promossa dalla Galleria Michelangelo di Alfonso Orza di Sarno. Infatti la cifra comune di questi sette artisti è la decisione e la professionalità con cui hanno dimostrato, negli anni, di perseguire dei percorsi originali. Diversi fra loro ma accomunati dal credere fermamente in ciò che fanno. Dunque ricerche che in questa mostra si esprimono, per la natura stessa della collettiva, con dei flash su itinerari di lavoro che meritano da parte del pubblico ulteriori approfondimenti per inquadrare delle interessantissime storie di evoluzione dei linguaggi. Roberto Mantellini scorre con abilità dal paesaggio postindustriale-simbolico ad un simbolismo nascosto nel paesaggio, solo apparentemente di genere. Salvatore De Curtis presenta sia i lavori costruttivo-informali che gli informali paesaggi della memoria. Lucio Statti, mette a servizio la sapienza tecnica rappresentando la metafora del gioco e il gioco delle prospettive carpite alla natura. Roberto Sanchez, noto per la ricerca pluriennale di una vibrante geometria astratta, mette in campo le vibrazioni coloristiche in un divertissement paesaggio-icona. Singolare è invece il lavoro di Salvatore De Angelis: un eclettico in senso classico, cioè uno sperimentatore di stili e poetiche con lo spirito di un esploratore dell’esistenza. Anna Crescenti, scultrice, lavora partendo dal concreto del dato naturale ma subito lo investe di significati concettuali, simbolici ed emozionali. Infine, ma l’ordine è casuale, Ugo Cordasco. Mi sembra che uno dei dati caratteristici di questi scultore-architetto è la sapienza con cui percorre i territori del design- poetico e della scultura di base progettuale. Una mostra quindi ricca ed interessante studiata per un territorio non sazio di incontri tra pubblico ed artisti. Carolina Mantellini

domenica 13 novembre 2011

LOU REED & METALLICA SU RAI 3! (UN BREVE RESOCONTO)


Continua la telenovela di Lou Reed & Metallica e il loro controverso album "Lulu".
I due giganti (definizione di Fazio) sono in giro da giorni in tutta Europa per promozionare il disco che sembra non sia stato baciato (finora) da vendite stratosferiche. Da qui la mossa (forse azzeccata, forse no) di apparire su diverse tv nazionali (tra le tante quella tedesca con un mini concerto).
Ma parliamo di questa ospitata a "Che tempo fa?".
Inutile dire che c'era parecchia attesa e sopratutto tanta curiosità!
Parte la trasmissione e Fazio (col CD di "Lulu" in mano, roba di altri tempi...) presenta il disco come "un'opera letteraria", non approfondendo oltre il discorso.
Giusto due battute e parte il live!
Il mirabile duo attacca con "Iced Honey", forse uno dei pochi brani "convincenti" (notare le virgolette!) di "Lulu".
A una scelta abbastanza azzeccata fa da contraltare una band che ha vistosamente due anime: i Metallica ci credono e suonano sul serio (sopratutto Hatfield che darà prova di grande coinvolgimento pur nella dimensione ovattata e fredda dell'esibizione in uno studio Tv).
Lou Reed è platealmente stonato (o platealmente svogliato) e il brano viene fuori come una "suonata" in sala prove.
Finito il brano Fazio da prova nuovamente di conoscere poco il concept di "Lulu" (una misera domanda sul personaggio a cui Reed risponde telegraficamente). Parte la "classica" domanda su questa controversa collaborazione e tra abbracci (con Ulrich) e complimenti fini a se stessi Reed lancia uno slogan vecchio come la sua età: "Il Rock 'N' Roll è amore!". Allora perché è così "amorevolmente" svogliato nel suonare i brani del suo disco?
A sorpresa, finita la breve (e inconcludente) intervista, il conduttore italiano annuncia un brano del 1968: una cover dei Velvet Undrground! Il brano è "White Light/White Heat", tratta dall'omonimo album.
La serata acquista slancio e i due giganti sembrano maggiormente coinvolti (soprattutto Reed).
Il brano scorre via come un piccolo happening ed è tutto finito!
Il paragone con il pezzo tratto da "Lulu" in precedenza è quantomeno impietoso sia come esecuzione che come coinvolgimento.
Si spengono le luci (e la mia Tv, visto che fra poco ci saranno Cremonini & Casini, altro mirabile duo della serata), e ho la netta sensazione che sia (ancora) Reed il vero problema di questo "Lulu". Percepisco tutti i limiti del grande artista americano nell'aver accettato una collaborazione troppo antitetica alle sue attuali possibilità artistiche e tecniche.
Ma questa ospitata su Rai 3 è e rimane un piccolo evento, a distanza di oltre venti anni da uno show analogo dei Nirvana.

sabato 12 novembre 2011

GLI ORRORI DI ALTROQUANDO



No, non si tratta della recensione di un vecchio speciale di Dylan Dog, sceneggiato da Sclavi (peraltro bellissimo!), ma di una citazione, spero pertinente.
L'orrore quello vero sta superando di molto la fantasia di scrittori e sceneggiatori.
Non ci credete?
Allora leggete i seguenti articoli su:
- Cannibali (i figli di Baruc!)
- Profanatori di tombe
- Diavoli e sanguinose premonizioni
Poi mi direte...
Sembra di essere in una puntata di Millennium. The End is near!

Intanto visto che siamo comunque in tema vi segnalo anche il nuovo numero (302) di Dylan Dog, sceneggiato da Mignacco e disegnato dal caro amico, Bruno Brindisi. L'albo contiene anche una nota di Tiziano Sclavi su Sergio Bonelli.

Sinossi:
Mark Question, giornalista che nei suoi articoli ha sempre definito Dylan Dog un “ciarlatano”, è stato assassinato con un colpo di pistola in fronte. A ucciderlo nel suo studio, di fronte a testimoni e senza un’apparente ragione: l’inquilino di Craven Road. Una notizia è difficile da credere, soprattutto per i membri del fan club dell’Old Boy che, per aiutare il proprio beniamino, sfruttano le proprie conoscenze per ricostruire la reale dinamica del delitto e provarne così l’innocenza. Ma è davvero innocente?

venerdì 11 novembre 2011

"I VAMPIRI PEGGIORI SAREMO PROPRIO NOI...": INTERVISTA A CLAUDIO VERGNANI

Del nuovo romanzo vampirico di Claudio Vergnani, "L'Ora più buia", ne abbiamo già parlato in una apposita recensione.
A questo punto era d'obbligo approfondire il discorso con l'autore.
Di seguito una bella chiacchierata con il prode Claudio dove ci scappa anche qualche gustosa anticipazione.
Buona lettura.

L’ora più buia chiude la tua trilogia letteraria legata ai vampiri. Che cosa si prova quando un progetto narrativo volge al termine? E soprattutto ora che si è concluso quei personaggi reclameranno ancora attenzione nel tuoi scritti futuri o li senti lontani?

A dire il vero sono già alle prese con un noir con protagonista Vergy, quindi almeno lui è ancora ben presente nella mia vita. D’altro canto, per usare parole tue, è davvero un tipo che reclama attenzione. Lascerò riposare Claudio e gli altri, invece. Almeno per un po’ … Poi si vedrà. Anche perchè, come dice l’iscrizione funebre egizia che cito ne L’ora più buia : ”Credi, nessuno è mai tornato, che non se ne sia andato, almeno una volta …”

Ma Claudio Vergnani Autore crede sul serio all’esistenza dei vampiri oppure sono (o sono stati) solo un espediente letterario per raccontare ed esorcizzare demoni (interiori) più infimi e crudeli?

Mah! … prima di aver letto il bellissimo Io credo nei vampiri di Emilio de’ Rossignoli non ci credevo, dopo … non so più. No, a parte gli scherzi, il vampiro dentone non credo esista, ma se non stiamo attenti, di questi tempi i vampiri peggiori saremo proprio noi – l’uno dei confronti dell’altro . La nostra paura, la nostra rabbia, la nostra disillusione rischiano di “succhiarci via” le nostre energie migliori.

Leggendo attentamente il tuo ultimo romanzo ho avuto come l’impressione che tu abbia voluto rivelare molto più di te stesso (letture, meditazioni, riflessioni, invettive) rispetto ai tuoi romanzi precedenti. È davvero così?

Sì, è vero. Ritenevo fosse venuto il momento e l’ho fatto. Era funzionale alla narrazione e non mi sono tirato indietro. Può anche essere che inconsciamente, pensando alla fine di un ciclo, abbia sentito l’esigenza di salutare i lettori rivelando più cose per lasciare un ricordo più dettagliato e affettuoso, ma è certo che il romanzo richiedeva – e credo che ci fosse attesa in questo senso – che molte carte ancora coperte venissero messe in tavola.



Credo che le pagine più incisive di tutto il libro siano legate a quella che ho definito come “l’Oskorei vampirica”. Una marcia sfrenata e sanguinaria nel buio della notte. Da dove hai preso questa idea? C’è qualcosa di “mitico” in questa tua visione orrorifica?

Credo anche io che sia un brano suggestivo (nel quale, tra l’altro, senza anticipare nulla a chi abbia voglia di leggere il romanzo, si trova parte di quel lavoro sul testo e sul linguaggio del quale ho parlato in altre occasioni). Ritengo tra l’altro che la tua definizione sia molto azzeccata. Volevo dare a quell’episodio i contorni allucinati e difformi di cui abbisognava, e lavorando in tal senso è stato inevitabile che emergessero sfumature di una tragicità quasi epica. Conoscevo naturalmente il tema della Wild Hunt, dove – non casualmente – in queslla sorta di battuta di caccia ultraterrena, i mortali che avessero la sfortuna di assistervi vengono rapiti e trascinati nel regno dei morti.

Nel romanzo hai usato una tecnica narrativa inedita per il tuo stile. Praticamente c’è una parte del libro dove è Gabriele a narrare alcuni fatti e non il tuo alter ego Claudio. Mi piacerebbe conoscere i retroscena di questa scelta…

E’ un momento della storia in cui Claudio – per motivi che qui non vanno svelati – è in balia di sé stesso e di conseguenza non in grado di gestire la situazione, perciò chiede a Gabriele di farsi carico della responsabilità del comando. E quest’ultimo lo farà a modo suo, narrando i fatti terrificanti di cui è testimone alla sua maniera: un misto di candore, ironia e cinismo che mi pareva giusto avessero – in quest’ultimo episodio – maggior spazio.

In questi anni in cui hai pubblicato i tuoi romanzi horror c’è qualcosa che i lettori e/o in recensori non sono riusciti ancora a decifrare e/o a interpretare? Qualcosa che vorresti chiarire con questa intervista?

Il punto essenziale è emerso – anche grazie a Blogger di vaglia come te –, e cioè l’essere riuscito a rimanere fedele ad un genere e alle sue strutture più radicate (rendendo talvolta affettuoso omaggio a chi mi aveva preceduto) andando nel contempo oltre il genere stesso, con soluzioni narrative e di linguaggio innovative ma – e questo è fondamentale – divertenti e appassionanti (tu lo sai bene, perché è quello che avete fatto anche tu e Lazzati con il vostro magnifico Horror Rock). Personalmente, ho avuto molta fortuna, perché un libro è parte dell’autore solo per metà, mentre la successiva metà è affidata alla vita che vi vorranno dare (se riterranno che ne valga la pena) lettori e critici. Sono stato accolto senza pregiudizi e seguito con stima e affetto. Se merito ho avuto è stato quello di credere che tale operazione potesse essere compiuta.

Che cosa avverrà ora? Quali saranno i tuoi piani futuri? Ci sarà ancora spazio per l’Horror nella tua narrativa o ti stai evolvendo verso altri generi?

Sto lavorando su un noir abbastanza inusuale che ha Vergy come protagonista, e ancora una volta l’intento è quello di filtrare i miei vissuti e tutto ciò che ho assimilato negli anni dalla letteratura (di qualunque genere, non solo noir) e dal cinema per impiantarlo su una struttura ad un tempo classica e innovativa. Credo in questo progetto e spero di poterlo proporre. Ma d’altro canto l’horror è un genere che ho nel cuore e difficilmente lo abbandonerò. E’ un contenitore letterario dove è possibile indagare – se solo se ne ha la voglia – estremamente in profondità nell’animo umano. Il soprannaturale e l’orrore spesso ci obbligano a fare quel passo in più fuori dalla torpida empasse del nostro quotidiano, e spesso – come ho già detto in altre occasioni – quel che scopriamo di noi stessi può non piacerci. Ma d’altro canto non siamo al mondo per compiacerci di ciò che siamo e sappiamo, ma per scoprire ciò che ancora ci è ignoto, anche se quell’ignoto ci riguarda e ci spaventa. Se una cosa ci ha insegnato la storia dell’umanità è che il progresso passa necessariamente dal confronto aperto con le nostre paure. Il problema è che spesso crediamo che la paura sia una specie di marchio d’infamia e ci vergogniamo di provarla, credendo si tratti di una debolezza. E pensiamo che sia nostro dovere mostrarci “coraggiosi”. E’ un messaggio superficiale e puerile che ci da questa società di plastica e di tubi catodici. Certo, in molti hanno cercato di dare una definizione del coraggio, ma quasi sempre sconfinando nel mito e nel fumettistico, e lasciandoci di conseguenza più confusi e avviliti di prima. Credo che la cosa più onesta che possiamo dire è che non può esistere coraggio disgiunto dalla paura. Sono le due facce della stessa medaglia. Per trovare dentro di noi il primo dobbiamo necessariamente scendere a patti con la seconda. Sono una cosa sola con la nostra più profonda essenza di uomini, e in questo non v’è nulla di vergognoso. Almeno questo è ciò che credo, ed è ciò che nei miei romanzi ho cercato di spiegare.

mercoledì 9 novembre 2011

PREPARIAMOCI – LUCA MERCALLI (CHIARELETTERE – 2011)

Il 4 luglio del 1845 il filosofo e scrittore americano Henry David Thoreau inizia un esperimento di ben due anni che la porterà a contatto con la natura nella sua forma più estrema ma anche più libera: vivere nei boschi, lontano dal progresso e dalla società.
Il risultato di quell’avventura sarà il diario in forma di libro, intitolato “Walden o vita nei boschi”.
È un periodo storico molto particolare per gli Stati Uniti. Il concetto di Democrazia è ben lungi dall’essere consolidato (La Guerra di Secessione finirà solo venti anni dopo e durerà ben quattro anni!) eppure sul suolo americano è in atto una colonizzazione veloce (ma anche violenta) dei territori verso ovest mentre dalle navi provenienti dall’Europa sbarcano sul nuovo continente milioni e milioni di immigrati. La società americana è fatta di uomini semplici ma anche imbevuti di una morale ambigua, i quali fondano sulla religione le loro poche regole di condotta.
Purtroppo sono anche intolleranti verso il diverso e la loro fame di terre e di progresso annienterà in un solo colpo le popolazioni indigene che avevano un rapporto viscerale con la natura e i suoi miti.
Thoreau è un uomo del suo tempo: è istruito, intelligente e curioso ma soprattutto nota le brutture del modernismo esasperato dell’epoca e attraverso i suoi viaggi e le sue esperienze al limite cerca di raccontare all’uomo comune che la natura è la nostra madre e va rispettata, amata e protetta dagli ideali dispotici e distruttori.
Nel 2011 Luca Mercalli, torinese, metereologo e scienziato, nota le altrettanto evidenti brutture del modernismo del nuovo millennio e cerca di dare un messaggio forte attraverso questo pamphlet intitolato “Prepariamoci a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza…e forse più felicità”, edito da Chiarelettere Editore.
Le differenze sono ben visibili: mentre la fuga nella natura di Thoreau è quasi una sfida al moralismo imperante e alla crudeltà verso la natura e i suoi figli più indifesi, Mercalli non predica un ritorno alla purezza primordiale, a un’Arcadia mitica che mai come oggi è lontana dai cuori e dalle menti dei consumatori dei centri commerciali del sabato sera.
Lo scienziato torinese conosce il tempo in cui vive e sa benissimo che il compromesso tra tecnologia e natura è l’unica strada percorribile per evitare l’apocalisse.
Ecco quindi che nel libro, dopo una parte iniziale dedicata a varie teorizzazioni e interpretazioni della fine imminente(?), legata a temi come l’ambiente, la politica, l’economia e il consumismo, nella seconda parte prevale la sua grande esperienza di meteorologo, agricoltore e costruttore (un “Walden” del ventunesimo secolo) dove con una scrittura semplice e diretta spiega i metodi per razionalizzare l’acqua, arare un piccolo orto, differenziare i rifiuti, riscaldare la casa senza un dispiego esagerato di energie per lo più costose ma attraverso fonti alternative come la luce del sole o la legna abbattuta dagli agenti atmosferici.
Insomma una vera e propria “Bibbia della Sopravvivenza“ destinata all’uomo del 2011 prima che i venti della crisi lo facciano ripiombare nuovamente nel Medioevo!
Mercalli è prima di tutto uno scienziato quindi c’è metodo e studio nei suoi consigli ma soprattutto c’è il lato pratico! Prende continuamente a esempio la sua casa e la sua vita come a voler dire: “Se l’ho fatto io con poche semplice regole potete farlo anche voi!”
Incita continuamente all’utilizzo di energia pulita, al riciclo e alla riutilizzazione dei materiali non biodegradabili. Invita ad avere una coscienza profonda della crisi e una maggiore consapevolezza dei rimedi che l’uomo comune può adottare.
“Prepariamoci…” è una lettura agevole, affascinante, ma anche molto seria e in un certo accende un campanello di allarme nell’uomo della strada: siamo in un punto di non ritorno e non possiamo permetterci il rischio di andare oltre. Bisogna fare un passo indietro e ritrovare (come Thoreau) un contatto diretto e spontaneo con la natura, in modo da poter ritrovare noi stessi e il nostro ruolo nella società.
La nostra salvezza dipende non dalla fede o dalla morale ma solo dalla nostra capacità di adattarci ai cambiamenti veloci di questi anni. E chissà magari alla fine saremo anche più felici di quanto non lo siamo adesso…
E come Thoreau anche Mercalli due secoli dopo ci ammonisce su di un principio ineluttabile e universale: la natura è la nostra madre e va rispettata, amata e protetta dagli ideali dispotici e distruttori.

martedì 8 novembre 2011

LA NOTTE DI VILLA DIODATI

Prossimamente su IL MONDO DI EDU, parleremo anche di questo imperdibile saggio. Intanto ricevo e pubblico questa interessante presentazione:

LA NOTTE DI VILLA DIODATI,
Mary Shelley
Lord George Byron
John Polidori
con un saggio introduttivo di Danilo Arona
collana: Le Sfingi
pagine: 381
prezzo: euro 12, 00
codice ISBN: 9-788897-376071

Sinossi:
La notte del 16 giugno 1816, sulle rive del lago di Ginevra, un gruppo di letterati e intellet­tuali si incontra a Villa Diodati. Il tempo è umido e freddo, piove. Ispirati dalla lettura di un vecchio volume di novelle fantastiche dal titolo Phantasmagoria, alcuni di loro, tra cui Lord Byron, Mary Shelley e John Polidori danno vita a una “scommessa” letteraria: ognuno avreb­be scritto un racconto fantastico da leggere e confrontare con gli altri nelle notti successive. Nascono così Frankenstein di Mary Shelley, Il Vampiro di John Polido­ri e La Sepoltura di Lord Byron, opere che gettano le basi per lo sviluppo di mo­derni generi letterari quali la fantascienza, l’horror e il romanzo gotico moderno. Quello che accadrà in seguito, nella storia della letteratura e nelle loro vite, ha qualcosa di straordinario. Dopo quei giorni, una misteriosa maledizione sembrerà colpire tutti i parteci­panti, che moriranno in tragiche circostanze, nell’arco degli otto anni successivi. Tutti, tranne la giovane Mary Shelley, che all’epoca aveva solo diciannove anni e che nel 1818 pubblicherà la prima edizione di Frankenstein, segnando per sempre il corso della letteratura di genere.
La Notte di Villa Diodati riunisce per la prima volta le tre opere, in una nuova traduzione, con un ampio saggio di apertura a cura di Danilo Arona.

L'autore:
Danilo Arona, scrittore, critico cinematografico e letterario. È autore di saggi sul cinema horror e fantastico come Nuova guida al fantacinema - La maschera, la carne, il contagio (Puntozero, 1997) e Vien di notte l’Uomo Nero - Il cinema di Stephen King (Falsopiano, 1997). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo anche Bad Visions (Urania Epix, Mondadori, 2010) e L’Alba degli Zombie – Voci dall’apocalisse. Il cinema di George Romero (Gargoyle Books, 2011). Suoi interventi critici sono reperibili nei volumi La congiura degli Hitchcockiani (Falsopiano, 2004) e Il cinema degli alieni (Falsopiano, 1999).

TRIBUTO A BONELLI E MATHESON IN EDICOLA

Anche questo mese in edicola (e soldi permettendo) due appuntamenti imperdibili per gli amanti del fumetto e della letteratura di genere.
A sorpresa è disponibile dal 7 Novembre in allegato a Repubblica e all'Espresso, "L'Audace Bonelli", saggio originariamente realizzato in occasione della mostra curata da Napoli COMICON al PAN di Napoli del 2010. Si tratta di una edizione riveduta e corretta per ricordare la figura di Sergio Bonelli, scomparso di recente.
Ecco una lista dei brani contenuti nel saggio (250 pagine):

Un nome e un uomo magico di Luca Raffaelli
La nobiltà di un'arte popolare di Michele Serra
Patrimonio Nazionale di Claudio Curcio
L’Audace colpo dei soliti (ig)noti di alino, Glauco Guardigli,
Antonio Iannotta, Lorenzo Raggioli

I primi 70 anni
L'Audace Avventura di Pier Luigi Gaspa
Bonelly Story... di Gianni Brunoro

A proposito di Eroi
Vocazione Avventura di Moreno Burattini
Tex e Dylan Dog - Divertimento popolare e arte di Luca Boschi
A riveder le stelle - Passato e presente della fantascienza nei fumetti Bonelli di Glauco Guardigli
Bonelli e la stagione del fumetto d'autore di Raffaele De Falco
Romanzi grafici e miniserie - Le nuove strategie editoriali della Bonelli di Antonio Iannotta
Poker di donne - Legs, Gea, Lilith e Julia: fumetto popolare, italiano, femminile di Valentina Semprini
Magia in casa Bonelli di Luciano Tamagnini

Fenomenologia di Bonelli
Crescete e moltiplicatevi - L'origine del formato Tex di Moreno Burattini
Il formato a striscia di Luca Boschi
Fenomenologia di Bonelli di Sergio Brancato
Bonelli e la cultura popolare italiana - Un anti-modello canonico di Matteo Stefanelli
Quarant'anni a colori - Bonelliani oltre il bianco e nero di Loris Cantarelli
Popolare d'autore - Bonelliani "tuttofare", tra arte e quotidianità di Loris Cantarelli
Lo straniero senza nome - Edizioni estere e autori internazionali di Raffaele De Falco
L'unione fa la forza - Team-up e crossover bonelliani di Loris Cantarelli
Traduttore, traditore? - I fumetti non italiani di Sergio Bonelli di Alfredo Castelli

Omaggi, memorie, testimonianze
Memorie di un texiano non pentito di Gianni Canova
La Signora e il Vagabondo di Graziano Frediani
La Bonelli sconosciuta (ai più) - Origini, curiosità, misteri di Gianni Bono
Conversazione con Gianluigi Bonelli
Col piccolo aiuto dell'amico Nolitta di Franco Busatta
Il Dizionario segreto di Aldredo Castelli
Essere o non essere, Dylan Dog di Roberto Recchioni


Quasi in contemporanea Urania Millemondi pubblica una vera e propria “bibbia” dedicata a un grande della sf e dell'horror: Richard Matheson.
L’edizione originale di questo volume si intitola "He Is Legend" e l'idea alla base di questa antologia è semplice: i massimi specialisti di sf e del fantastico scrivono il seguito o addirittura il prequel dei più famosi racconti mathesoniani.
Ecco alcuni esempi tratti dal blog di Urania:
Io sono leggenda serve da spunto a Mick Garris per raccontare l’antefatto della terribile avventura portata sullo schermo da Will Smith. Prima che loro conquistassero il mondo.

Duel Sul tema del più celebre inseguimento per le strade d’America, una variazione a quattro mani di Stephen King e Joe Hill.

Tre millimetri al giorno ci riserva ancora una domanda inquietante: cosa accadde alla signora Carey quando suo marito cominciò a rimpicciolire? La risposta è di Thomas F.Monteleone.
Come sempre uscita da non perdere!

lunedì 7 novembre 2011

LOU REED & METALLICA SU RAI 3!

"Lulu" è ormai in tutti i negozi di dischi (e sarà piaciuto solo a qualche blogger che pur di remare contro corrente per poter fare il figo, direbbe anche che la mamma è ancora vergine) ed è purtroppo un polpettone di idee e riff assemblati male e suonati peggio.
Non a caso, e in tempi non sospetti (il disco non era ancora uscito) James Hatfiled ci aveva tenuto a dire pubblicamente che "Lulu" non è il nuovo album dei Metallica, lasciando la patata bollente al buon Reed, che ancora lo sta difendendo strenuamente ma anche pateticamente.
Poi arriva la notizia che non ti aspetti: Lou Reed e i Metallica, Domenica 13 Novembre, saranno ospiti di Fabio Fazio nel suo programma "Che Tempo Che Fa - Anteprima", in onda su Rai Tre.
Nei lontani anni '90 ho visto esibirsi sul terzo canale della Rai, Sonic Youth e Willy Deville (RIP) fino ad arrivare ai Nirvana (era uscito da poco "In Utero"), che il giorno dopo si sarebbero poi esibiti a Roma nel loro ultimo e storico concerto.
Insomma il Rock, quello vero, quando arriva sul canale di stato è sempre un evento! Qualcosa che rimane a lungo nell'immaginario comune.
Non so se questa volta sarà lo stesso. Troppo brutto Lulu e troppo lontani e antitetici gli artisti coinvolti. E poi non ce lo vedo Fazio a commentare la carriera dei Metallica.
Le premesse non sono buone.
Ma sarò davanti alla Tv perchè la curiosità è forte ma c'è anche (e purtroppo!) un pizzico di diffidenza.

venerdì 4 novembre 2011

QUI SI VA A VAPORE O SI MUORE


Come sempre ricevo e pubblico volentieri:
La Pyra Edizioni è lietà di annunciare la pubblicazione di "Qui si va a vapore o si muore - racconti steampunk nell’Italia del Risorgimento" di Alessandro Forlani.

Sinossi:
Fiotti di vapore, epiche battaglie tra macchine e uomini e strani intrighi costituiscono l'ambientazione di O si va a vapore o si muore, racconti steampunk di Alessandro Forlani edito dalla Pyra Edizioni.
Parigi,1840. La salma dell'Empereur Bonaparte sta per rientrare dopo vent'anni in città; ma sul Belle Poule, il dirigibile che ne trasporta il corpo da Sant'Elena, si aggira un archeologo italiano fuggito in Nigeria e costretto a tornare in patria da una misteriosa lettera. C'è un segreto equivoco, che evoca Anubi, dio dei morti per gli egizi, e A.N.U. B, potente antidoto necrobiotico. Riusciranno i francesi a riportare in Francia la salma trafugata di Napoleone?
Perù, 1825. Padre Ferretti, futuro Papa Pio IX, viene trovato privo di sensi nel deserto e portato in ospedale a Lima, ove iniziano a riaffiorare strani ricordi di apparizioni. A Recanati, intanto, due creature provenienti da un altro mondo chiedono al giovane Giacomo Leopardi di partecipare a un progetto di distruzione dell'umanità. Come si incrocerà il destino del Pontefice con il poeta, complici di una nuova Apocalisse? Riusciranno il cabioviere Delio e i suoi compagni a preservare il destino dell'umanità?
Regno di Napoli, 1839. Il Re Ferdinando apre la gara d'appalto per il Ponte sullo Stretto. A Napoli, l’ingegner Bayard, dopo aver conquistato il monopolio ferroviario del Regno si affida a Corè, domestica caraibica esperta di pratiche voodoo. A Messina nel frattempo, don Luigi Gramitto stringe la mano al mago Cotrone, capace di donare vita a vecchie pelli di animali morti e bambole di pezza.
La battaglia per la conquista dell'appalto sarà epica, tra antiche navi e legionari romani emersi dal mare, manichini impagliati e marinai inglesi. Chi avrà la meglio tra sbuffi di vapore, stregonerie e esplosioni?

L'autore:
Alessandro Forlani (Pesaro, 1972): laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Urbino con una tesi sulle strategie narrative di Tommaso Landolfi, si specializza in Sceneggiatura all’Accademia d’Arte Cinematografica di Bologna e presso la Scuola Holden di Torino. Ha inoltre conseguito un Master in Cultura e Gestione dello Spettacolo dal Vivo. Dal 2004 è docente di Sceneggiatura e Drammaturgia Multimediale presso l’Istituto di Comunicazione Visiva Multimediale e Spettacolo dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dal 2010 insegna Scrittura Creativa presso ScuolaComics Pescara e il Centro Ricerca Le Vele (Bologna).
Ha collaborato come critico teatrale con i quotidiani “Corriere Adriatico” e “Il Messaggero” (1999 – 2005).

In ambito accademico pubblica dal 2005 al 2010: Forme atomiche di racconto; in “Script”, Dino Audino Editore, Roma, 2005; PlayBeckett – visioni multimediali nell’opera di Samuel Beckett (con Massimo Puliani; Halley Editrice; Matelica, 2006; SvobodaMagika – polyvisioni sceniche di Josef Svoboda in Intolleranza 1960 di Nono-Ripellino, Faust di Strelher e Traviata di Verdi (con Massimo Puliani); Halley Editrice; Matelica, 2006; Gaberscik – il teatro di Giorgio Gaber: testo, rappresentazione, modello (con Massimo Puliani e Valeria Buss); Halley Editrice, Matelica, 2009; L’impegno politico di Samuel Beckett; in A.A. V.V. Fallire ancora, fallire meglio – percorsi nell’opera di Samuel Beckett (con Massimo Puliani); a cura di Sandro Montalto; Edizioni Joker, Novi Ligure, 2010;La calunnia è un venticello: il gossip come espediente drammaturgico; in A.A. V.V. La moda del gossip; Bononia, Bologna, 2009; Report Paolini – informazione, spettacolo, verità, finzione (con Massimo Puliani), CSMM, Fano 2010. E’ autore di versi e racconti pubblicati in antologia o su riviste specializzate e di testi teatrali e drammaturgie multimediali.

Nel 1997 pubblica il romanzo fantastico Racconto Barocco (Firenze Libri, Firenze). Nel 2008 pubblica il romanzo Tristano (Joker, Novi Ligure). Nel 2010 pubblica con Andrea Gamberini e i cartoonist Alan D’Amico e Denis Gozzi l’antologia di racconti e fumetti fantasy Orco Nero (Torre Nera, Forlì), selezione delle migliori novelle apparse sull’omonima webzine; nel 2011 pubblica la raccolta di racconti steampunk - finalista al Premio Urania 2010 - Qui si va a vapore o si muore (Pyra, Siculiana); e partecipa alle antologie Il Cerchio Capovolto (I Sognatori, Lecce) e Ucronie Impure (e.book a cura di Alessandro Girola). E' vincitore del Premio Circo Massimo (Edizioni XII) per la sezione fantasy e horror.

Tutti i dettagli su questo ebook li trovate sul sito ufficiale di Pyra Edizioni, gestito e diretto da Giuseppe Tararà.

giovedì 3 novembre 2011

DA OGGI IN LETTURA VIVONO DI NOTTE DI MICHAEL TALBOT



VIVONO DI NOTTE
di Michael Talbot
Traduzione di Cristina D’Orazi

Nella Londra Vittoriana giungono raffinati e millenari vampiri per cui il bene più prezioso è la conoscenza

Il libro
Londra 1887, John Gladstone è un rinomato virologo che, rimasto vedovo, alleva da solo le sue due figlie, Ursula e Camilla. Quest’ultima è un idiot sarvant, una ragazzina sì ritardata ma con un talento straordinario, nel caso specifico, una strepitosa predisposizione a suonare il pianoforte. Il dottor Gladstone è costantemente impegnato nel tentativo di isolare un virus letale, la Camillus influenzae, che, se in circolo in un organismo, lo rende incapace di generare anticorpi, distruggendolo. In seguito a un incidente, nella vita dello scienziato irrompe Niccolò, un giovane carismatico e tenebroso di origini italiane. Tra i due matura un rapporto di forte amicizia, confidenza, fiducia, finché, un giorno, Niccolò rapisce Camilla, e con lei la provetta contenente la Camillus influenzae. Quasi contemporaneamente, fa la sua apparizione Lady Hespeth Dunaway, donna alquanto eccentrica, dal fascino misterioso. Anche a lei Niccolò ha sottratto il figlio, Ambrose, di nove anni, idiot savant con la capacità di sciogliere nodi, tra i più intricati. I due intraprendono una strenua e tenace ricerca di Niccolò tra Francia e Italia, scoprendo una realtà antichissima e sconvolgente, che ha accompagnato il percorso dell’uomo sin dalle sue origini...

L’autore
Michael Talbot (1953-1992) è stato un importante studioso americano di fenomeni paranormali, a cui ha dedicato tutta la sua breve esistenza. La sua opera scientifica più importante è Tutto è uno - L’ipotesi della scienza olografica (Apogeo, 1997), mentre, come romanzi, oltre a Vivono di Notte, ricordiamo Night Things (per Gargoyle nel 2012 col titolo I labirinti della notte) e The Bog.

Da Vivono di notte:
«[…] la conoscenza è il nostro Santo Graal. Quello che sappiamo va ben oltre la vostra immaginazione. Non abbiamo legami politici, fede religiosa o usanze a intralciarci, ma lavoriamo insieme per un unico scopo: promuovere il sapere […] Perché non condividiamo il sapere con voi? […] Perché siamo temuti e odiati. Quando un essere chiaramente non umano si avvicina alla plebe e gli offre una macchina innovativa, sapendo che la scienza ordinaria non ci si avvicinerà neanche per intere generazioni, ecco scatenarsi d’improvviso inquisizioni e cacca alle streghe. Su ogni libro di storia troverete nomi di centinaia di vampiri che sono stati torturati e bruciati come eretici per aver cercato di trasmettere le loro conoscenze agli esseri umani»

Dati tecnici del volume:
PAGG: 324, brossura
EAN: 978-88-89541-61-6
PREZZO: 18,00 euro

martedì 1 novembre 2011

IL GIORNO DEI MORTI

Domani è la Commemorazione dei defunti e qui al Sud sarà un giorno di mobilitazione generale (anche oggi in realtà!) verso i cimiteri cittadini tra contraddizioni e tradizione.
Anche quest'anno vi segnalo un mio vecchio post che riguarda in modo abbastanza approfondito l'argomento.
Buona lettura.