lunedì 16 dicembre 2013

HORROR TIME CHIUDE I BATTENTI!























Ero entrato nella redazione di Horror Time da una decina di giorni e avevo già preparato (e consegnato) un articolo intitolato "Black Metal al cinema" sulle connessioni tra Black Metal nordico e grande schermo.
Oggi la doccia fredda: Horror Time chiude dopo solo quattro numeri!
Il resto della storia la trovate sotto nel comunicato stampa diffuso da poco in rete dove gli spunti di riflessione (e di tristezza) sono veramente tanti.
Sono tempi bui...

E’ difficile redigere questo comunicato sotto Natale, quindi cercheremo di essere diretti e indolori: nonostante l’amore e la dedizione che tutti noi abbiamo infuso nel progetto, Horror Time cessa col numero 4 la sua avventura in edicola. In accordo con l’editore abbiamo alzato bandiera bianca dichiarandoci impotenti dinnanzi all’inefficacia della distribuzione che in questi quattro mesi non è mai stata in grado di farci arrivare là dove richiesto. Nei fatti, le regole che dominano l’attuale mercato rendono impossibile per un prodotto nuovo (e di nicchia come il nostro) di raggiungere il proprio pubblico. 
 Ci abbiamo provato con ogni mezzo, grazie anche alle vostre preziose indicazioni, arrivando a segnalare esattamente in quali edicole, di quale città, provincia e regione, Horror Time non fosse disponibile eppure a nulla è servito. Non siamo riusciti a cambiare la situazione perché ogni nostra segnalazione è caduta nel vuoto. 
A quanto pare nemmeno richiedendo spiegazioni è possibile capire perché in una data città la rivista non sia presente, né è stato possibile cercare di cambiare la situazione laddove si riscontravano problemi. Uno sconfortante senso di impotenza che sfocia nell’incredulità quando a non essere raggiungibili non sono singole edicole o cittadine, ma intere regioni: Sicilia, Umbria, Calabria, Campania sembrano inghiottite da un buco nero. E anche nelle regioni più fortunate intere provincie sembrano essere state cancellate dalla cartina geografica. Intere città irraggiungibili. E senza alcuna motivazione precisa. Semplicemente perché le cose vanno così… 
 Ci chiediamo, ad esempio, perché se a Milano e Roma siamo sempre stati (più o meno) presenti, a Como, Pavia e in provincia di Varese si faceva una fatica d’inferno? E perché a Torino arrivava un numero sì e l’altro no? Come mai, poi, in alcune città la rivista non veniva data alle edicole ma la si trovava solo nei supermercati? Decine di copie mandate a morire in un supermercato piuttosto che un altro mentre i lettori battevano come disperati le edicole cittadine. Non solo avremmo dovuto chiedere ai nostri lettori “girate le edicole”, che già rappresenta di suo una bella seccatura per chi ci vorrebbe leggere, ma anche “setacciate i supermercati”? Vi chiediamo: ma si può lavorare così? La risposta, ovviamente, è no. Non è davvero possibile. Non ha senso ogni mese chiedere ai propri lettori di girare tre, quattro punti vendita come se chiedessero l’elemosina. Nella vita c’è ben altro da fare che perdere tempo nel traffico per cercare una rivista, lo capiamo bene. Si compra un prodotto se lo si trova nell’edicola sotto casa o vicino al posto di lavoro: chi accidenti impiega ore per girare una città alla ricerca dell’edicola perduta? 
Eppure qualcuno di voi, splendidi lettori, lo ha fatto. Si è messo in auto e ogni mese girava due, tre edicole alla ricerca di un numero della rivista e questo ci ripaga di ogni sforzo fatto. 
Tuttavia, quando sulla pagina Facebook della rivista leggi decine e decine di messaggi di lettori che esultano perché sono riusciti a trovare una copia della rivista, quando dovrebbe essere la prassi, capisci che stai remando contro corrente. 
Ci sono talmente tanti episodi accaduti in questi quattro mesi che potremmo tenervi qui a leggere per ore intere, ma in tutta sincerità non crediamo che abbia molto senso fare l’elenco di tutto quello che non ha funzionato. Molto semplicemente prendiamo atto che non è più possibile percorrere la via della carta e salutiamo ringraziando tutti gli splendidi lettori che ci hanno seguito con affetto per questi quattro splendidi numeri di Horror Time. Sappiate che il vostro sostegno affettuoso ed entusiasta è stato il carburante che ci ha consentito di navigare in questo mare in tempesta. Grazie a tutti, brutti ceffi. 

3 commenti:

Nick Parisi. ha detto...

Ma come aveva appena aperto!
Comunque non c' è che dire: nelle edicole sono i distributori a comandare, sento tutti gli edicolanti lamentarsi, però ad oggi non si riesce ad andare contro questo malaffare.
Nel 1990 sentivo Rinaldo Traini, all' epoca patron della Comic Art lamentarsi del fatto che in diverse regioni, in particolare quelle del Sud i suoi fumetti faticavano ad arrivare. È deprimente scoprire come dopo 23 anni la situazione sia ancora questa.

EDU ha detto...

Esatto Nick!
E la situazione del nostro amato sud non è cambiata affatto. E in più si è spostata anche in zone prima coperte.
Brutti tempi per la cultura...

Fabio Michelucci ha detto...

Peccato che non esca più, io abito a Milano però il numero 1 l'avevo preso a Settembre in Abruzzo in un paesino in provincia di Pescara!!!!!