domenica 22 novembre 2015

LA JANARA - QUANDO METAL E FOLCLORE SI FONDONO [INTERVISTA+RECENSIONE]


Ci sono band che per anni si costruiscono un universo artistico preso in prestito da realtà culturali e sociali lontane e abusate che faticano poi a portare avanti tra l'indifferenza o la superficialità generale (e in tal caso non a torto...) e ci sono band come gli irpini La Janara che nutrendosi delle suggestioni e delle visioni della loro terra natia in brevissimo tempo consegnano ai posteri un (omonimo) debut album ricco di passione, convinzione e soprattutto personalità.
Perché si sente lontano un miglio che la loro musica proviene da un coinvolgimento viscerale, dalla passione e anche da un vissuto unico e irripetibile come dovrebbe essere alla base di qualsiasi parto artistico...
Intanto il quartetto della provincia di Avellino (dopo essersi aggiudicato il Lioni Music Festival a furor di popolo) ci presenta un lotto di brani (arricchiti da un intro e un outro acustici) che pescano dalla tradizione Hard/Blues e dal Metal Classico per narrare in forma musicale le storie, a volte gotiche, a volte profondamente vere (e quindi ancora più spaventose...) del folclore e della realtà locale con un occhio particolare per la critica sociale e per le brutture dell'uomo comune.
Molto espressivi e drammatici i vocalizzi della “frontwoman” La Janara che con la sua timbrica unica e profonda risulta essere l'arma vincente della Janara nel delineare panorami sonori in perenne contrasto tra luce e tenebre.
Il resto viene affidato all'ispiratissimo chitarrista Il Boia che costruisce riff incisivi ed epici e a una sezione ritmica di tutto rispetto e credetemi di questi tempi non è un dettaglio così scontato. Personalmente ho apprezzato molto i brani più diretti e veloci come “Le Janare”, “Colpa Nostra” e “Menandra” che riescono a trascinare l'ascoltatore con la loro struttura compatta e un “rifferama” tagliente ma la band ha uno spettro sonoro davvero ampio che tocca anche Doom, Folk e Rock tipicamente italiano.
Insomma se cercate un disco che trasudi, come già detto, convinzione e coinvolgimento (prima dei musicisti che poi si irradia anche agli ascoltatori) allora non perdetevi questo disco anche perché è stampato in edizione limitata con una copertina che si ispira al concept “stregonesco” del loro paese. Non paghi di questo abbiamo anche intervistato in esclusiva per IL MONDO DI EDU, La Janara (Voce e Chitarra) e il Boia (chitarra).
Buona lettura!

Ho apprezzato molto il vostro album di debutto. Mi ha ricordato come veniva composto e suonato certo metal in passato: meno ricerca della perfezione artificiosa, di suoni iper abusati e più passione, coinvolgimento e personalità. Da dove nasce questo vostro unico indirizzo artistico?

(Il Boia): Grazie per il complimento. In realtà, pur volendo, una ricerca del suono più approfondita ed una maggiore perfezione nella produzione non sarebbero state facili da raggiungere, dato che queste canzoni sono le prime cose in assoluto che ognuno di noi quattro abbia mai registrato nella propria vita, e siamo già molto soddisfatti dei risultati. Nemmeno a farlo apposta, anche il nostro amico Benedetto Cagnetta, che ha prodotto e registrato il disco, era al suo primo lavoro in studio, quindi abbiamo potuto sperimentare in libertà, e decidere senza alcuna pressione o limite circa l’impronta da conferire alle nostre canzoni. Questo indirizzo artistico nasce da tre cose: l’amore per l’heavy metal e l’hard rock, quello più ancorato al blues, l’amore per la musica prog e cantautorale italiana, (Lucio Battisti, De André, New Trolls, PFM, Biglietto per L’inferno) e l’amore incondizionato per la nostra terra, l’Irpinia, e i suoi misteri e leggende che tentiamo di trasporre in musica in maniera personale e originale.

La vostra band ha vita breve. Mi potresti delineare i fatti che hanno portato alla creazione del progetto La Janara e i vostri intenti primari? 

(La Janara): La Janara nasce con intenzioni precise: volevamo sperimentare un nuovo tipo di metal che fosse legato alla nostra terra, da qui la volontà di comporre testi in italiano e che affrontassero tematiche legate al folklore locale, concentrandoci su quelle creature affascinanti e misteriose che hanno dato il nome alla nostra band.

Mi sembra di capire che siete tutti originari dell'Irpinia, una terra che conosco ancora poco musicalmente. C'è una scena agguerrita dalle vostre parti? E se sì vi sentite parte di questa scena o vi considerate degli outsider?

(Il Boia): Considero l’Irpinia una terra piuttosto vivace dal punto di vista musicale. Essendo una zona che non offre molto, sono tanti i ragazzini che cominciano a suonare e formare in continuazione gruppi. Naturalmente ci sono tanti altri gruppi stabili, come i nostri amici Oniria, band in cui suona anche il nostro batterista Stefano.


Mi piacerebbe conoscere i retroscena che hanno portato alla pubblicazione del vostro album di debutto omonimo. E' nato prima il concept dedicato alle streghe che in passato abitavano le vostre zone o prima le musiche? 

(Il Boia): Siamo stati io e Raffaella a pensare di formare un gruppo musicale che parlasse di streghe, che affondasse le radici nella nostra terra ma con i rami ben puntati verso le vibrazioni elettriche di Black Sabbath, New Trolls, Cream e tanti altri. Mentre ci informavamo su certi argomenti, e visitavamo luoghi più o meno dimenticati delle nostre terre, alcune musiche erano già pronte, quindi ci è venuto naturale, in quel momento, scrivere testi così particolari. Le canzoni del primo disco, però, sono ancora abbastanza slegate le une dalle altre dal punto vista concettuale, sono ancora degli esperimenti, per quanto mi riguarda, lirici e musicali; una sorta di test per verificare se la formula funziona, e pare che molti l’abbiano apprezzata. A proposito, la canzone ‘Menandra’ è dedicata ad una strega così chiamata, che pare abitasse a Grottaminarda (il nostro paese d’origine) qualche secolo fa. Ho sempre pensato che il metal italiano abbia ben salde radici nelle storie, nei miti e nelle leggende locali e per questo sia un unicum nel panorama internazionale.

La Janara segue la via indicata da The Black, Paul Chain e molti altri e guarda alla sua terra come musa ispiratrice e libro denso di storie da raccontare e musicare? 

(Il Boia) Hai centrato il punto, nominando alcuni dei gruppi musicali che apprezzo di più in assoluto. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti? In Italia certe leggende, e con esse talune credenze popolari, affondano le proprie radici in una cultura che definire centenaria è riduttivo, si parla infatti di millenni di storia i cui stralci, talvolta, sopravvivono ancora in qualche modo (si pensi ai culti egizi che sopravvivono in maniera strisciante nell’iconografia cristiana, come le madonne nere, dirette discendenti di Iside, che osservano le navate di moltissime chiese nostrane, come la Madonna nera di Carpignano nel cuore dell’Irpinia). Il termine ‘janara’, infatti, deriva probabilmente da Diana, dea romana della caccia (sarebbe un’evoluzione di ‘dianara’, cioè seguace della Dea), oppure da ‘ianua’ che in latino vuol dire ‘porta’, volendo indicare un tramite, quindi, fra una dimensione spirituale ed una fisica. Culti pagani, leggende e storie del passato, sopravvivono nella cultura popolare in maniera prepotente, finanche nelle superstizioni e nei racconti delle nonne, ultime antiche custodi dei segreti contadini, ma rischiano di andare perduti per sempre se qualcuno non li tramanda ai posteri. Noi, dal canto nostro, cerchiamo di musicare una nostra interpretazione di questo mondo antico con un certo tipo di sonorità, che per loro natura ben si sposano con certi argomenti, ancora, però, poco sviluppati nel nostro primo lavoro.


La Janara è una band "live"? E soprattutto riuscite a suonare dal vivo in una regione da sempre problematica come la Campania? 

(La Janara): Finora abbiamo suonato live solo tre volte. Purtroppo la nostra è una regione musicalmente chiusa, dove il metal non riesce ad emergere e a farsi spazio. Fondamentalmente siamo noi band a dover cercare date in locali che diano spazio alla musica, e festival da organizzare dove poter suonare tutti insieme.

Ha senso ancora parlare di Underground nel 2015? Oppure come dicono tanti è morto e sepolto alla fine degli anni '90? 

(Il Boia): Come dici nel tuo libro Sub Terra, che ho letto e consultato più volte con avidità, l’underground alla fine degli anni ’90 ha avuto una battuta di arresto, è praticamente morto, o meglio, è morta la sua vecchia incarnazione. Oggi esiste internet, chiunque può registrare un album in casa e diffondere la propria musica online in qualsiasi momento, direi che esiste una diversa dimensione dell’underground più largamente diffusa, o meglio, un appiattimento generale dove i gruppi emergenti possono avere la stessa visibilità, o quasi, di gruppi un po’ più famosi. Non c’è più quell’underground di cui ho sentito parlare in Sub Terra, in ogni caso, e che non ho vissuto in prima persona, dato che sono nato nel ’90.

E sopratutto La Janara è una band fieramente "underground" o cerca un riconoscimento più vasto che sia nazionale o internazionale?

(Il Boia): Per adesso ci muoviamo nell’ombra, fieramente, questo è certo! Il riconoscimento, quello vero, può venire solo dopo aver pubblicato musica di qualità, e noi siamo già al lavoro!

La vostra band è alla ricerca di un contratto discografico? Oppure ormai il supporto di una etichetta è sopravvalutato e si possono trovare canali alternativi di promozione attraverso l'autopubblicazione come avete fatto voi? 

(Il Boia): Siamo alla ricerca di una casa discografica che non sia un mero sponsor incollato sulla copertina del CD. Siamo alla ricerca di qualcuno che ci accompagni in questa avventura musicale come facevano le case discografiche un tempo, e, soprattutto, qualcuno che non ci chieda dei soldi. Solo uno di noi ha un lavoro stabile: io, Stefano (il batterista) e Raffaella (la cantante), invece, siamo ancora degli studenti, e finanziamo, registriamo e produciamo da soli la nostra musica. Fin quando non troveremo una squadra del genere, stiamo bene da soli, anche perché non ci interessa guadagnare con la musica, creerebbe troppe aspettative e non saremmo liberi dal punto di vista artistico. Quello che ci interessa, piuttosto, è non rimetterci altri soldi in più oltre a quelli che già abbiamo speso e spendiamo per registrare e per andare in giro a suonare.

Siete un ottimo ibrido tra vecchio metal, doom, blues e rock italiano. 
Saranno sempre queste le vostre coordinate musicali o ci sarà spazio per ulteriori sorprese stilistiche in futuro? 

(La Janara): Siamo quattro musicisti molto diversi, ognuno con le proprie preferenze musicali. Tutto questo si ripercuote e influenza la nostra musica: mescoliamo idee e stili diversi e ci capita spesso di sperimentare nuove sonorità. Credo che questo sia un fattore positivo perché permette alla musica di crescere e di svilupparsi e non focalizzarsi su un genere preciso.

Per finire domanda classica: progetti futuri per La Janara? Un nuovo album è previsto in tempi brevi?

(La Janara): Dopo l’uscita del primo album non ci siamo fermati e ci siamo messi subito al lavoro. Abbiamo tante idee da sviluppare e soprattutto abbiamo intenzione di creare qualcosa di meno spontaneo e più studiato e ponderato, ma che sia in qualche modo legato al concept iniziale e che sia caratterizzato dal nostro marchio di fabbrica.

mercoledì 16 settembre 2015

EDOARDO ROSATI, DANILO ARONA – KM 98 (Edizioni Anordest, 2015) [RECENSIONE]


Avevo già parlato tempo fa della proficua collaborazione tra l’autore horror Danilo Arona (che su questo blog è di casa) e il medico e giornalista Edoardo Rosati culminato nella pubblicazione dell’ottimo “La Croce Sulla Labbra” su Segretissimo Mondadori.
Non paghi di questo i nostri hanno dato alle stampe una nuova edizione aggiornata di quel romanzo apocalittico del lontano 2008 e poi il nuovo parto “KM 98”, entrambi per Edizioni Anordovest.
Già dal titolo il diabolico duo farà sobbalzare dalla sedia chi conosce a menadito le gesta del fantasma dell’autostrada Melissa, narrate da Arona tra web e libri vari.
Perché si parte proprio da lì, da quell’evento misterioso e ombroso della segnalazione di una ragazza tragicamente investita in autostrada presso la città di Padova alle 5,20 di notte del 29 Dicembre 1999 (un fatto che ancora oggi aleggia come uno spettro inquieto tra fiction virtuale e realtà) per creare un Medical Thriller che molto ha a che fare con l’Horror.
I protagonisti della storia sono tre camici bianchi (tre moderni indagatori dell’incubo che non hanno niente a che fare con fantasmi e maledizioni varie) che dotati di raziocinio, competenza e un pizzico di follia, dovranno cercare la risposta a un antico sortilegio che da sempre, ogni anno, richiede un tributo di sangue.
Sorprende come i due autori riescano a fondere mirabilmente le loro peculiarità narrative e scientifiche creando un libro verosimile e sincero che ha il pregio, da subito, di catapultare il lettore, in una dimensione da incubo, dove la scienza (mai come in questo caso tormentata e apparentemente incapace di dare soluzioni efficaci contro il male) ha il compito di sbrogliare una matassa di eventi misteriosi e drammatici per poter finalmente riportare l’ordine dove c’è solo caos e morte.
“KM 98” è un vero e proprio romanzo di genere e come tale dedicato in primis a chi rimpiange il vero e autentico “perturbante” in libreria.
Arona & Rosati non strizzano l’occhio ai facili trend e al gotico edulcorato dedicato ai ragazzini, ma costruiscono un’opera matura, appassionata e dedicata che andrebbe già premiata solo per il coraggio e la competenza, infusa a piene mani nel libro.
A conti fatti hanno ragione loro e le parole di Arona sono qui per restare:

E allora… nulla. Ovvero, stiamo sempre qua, sul confine. Il confine tra il vero e il falso, tra il creduto vero e l’allucinazione (consensuale). Tra la Realtà e i Fantasmi. Ovvero tutto quel che nutre il gotico contemporaneo. Perché gli archetipi – i vampiri soprattutto – sono stati confinati in innocuo recinto “romantic dark”, dove la fantasia e il marketing non si pongono problemi di spazio. E perché oggi, per l’autentica paura, occorre un ambiguo dato supplementare: la possibile esistenza di una dimensione interfacciata alla nostra in cui poter esprimere una diversa e supplementare “percezione”. Non è un caso che la storia di Melissa si sia fusa con la più classica delle leggende, quella dell’autostoppista fantasma, che gli studiosi di folklore contemporaneo classificano senza ombra di dubbio tra le storie buone da raccontare accanto a un camino in aperta campagna, ma che invece per i seguaci del paranormale sono autentiche esperienze ai confini della realtà, suffragate da centinaia e centinaia di testimonianze da ogni parte del mondo. Non se ne esce, e il grande fascino della paura sta tutto qui.

mercoledì 9 settembre 2015

KINGOLOGY - L'INVOLONTARIA PSICOLOGIA DI STEPHEN KING



Domani pomeriggio, Giovedì 10 Settembre, parteciperò all'incontro "Kingology, l'involontaria psicologia di Stephen King - Conoscere per combattere la paura".
Il mio intervento si intitolerà: " Stephen King, il Re dell'Horror (Rock)". Una disamina su quel fenomeno tra cultura horror, musica e esperienze personali chiamata "Rock Horror Fiction".
L'incontro si svolgerà alle 17 presso la Bibblioteca di Villa Carra, Pastena, Salerno.

Ecco la presentazione:
Quasi dieci milioni di italiani sono vittime di fobie e piccole paure. Un tema, questo, molto importante che riguarda persone di entrambi i sessi, di qualunque età e appartenenza sociale. Ormai esplicata come una emozione primaria necessaria alla sopravvivenza, ovvero una risposta psicofisica che si attiva di fronte a un pericolo esterno (ad esempio un serpente), la paura può comunque manifestarsi nei confronti di creature e situazioni che sappiamo non potrebbero mai manifestarsi nel mondo reale. E’ quindi probabile che la conoscenza di ciò che ci fa orrore rappresenti una sorta di autostrada verso l’inconscio e lo “strano piacere” provocatoci da un film horror non dipenda dalla sola scarica d’adrenalina ma anche da un forte desiderio di conoscere le nostre parti più oscure.
Autori come Stephen King, Edgar Allan Poe e Howard Lovecraft hanno contribuito, negli ultimi secoli, a costruire una vera e propria mitologia orrorifica popolata da mostruosi personaggi il cui ruolo va ben oltre quello di regalare un brivido al lettore.
Cosa si nasconde, allora, dietro il trucco di Pennywise il clown, la creatura dalle molteplici forme che ha terrorizzato una generazione di bambini?
Da dove provengono le diaboliche creature che infestano l’Overlook Hotel in Shining?
E soprattutto perché, nella trasposizione cinematografica, il personaggio interpretato da Jack Nicholson non sembra opporre la minima resistenza di fronte all’insistente ordine di sterminare la propria famiglia? Tra divagazioni letterarie, contributi clinici e, soprattutto senza prenderci troppo sul serio vi parleremo di questa strana e meravigliosa psicologia dei mostri.

Interverranno:
- lo psicologo Alessandro Iangulli con la relazione L'orrore che aiuta a crescere. Il messaggio pedagogico della narrativa ed il caso di Stephen King

- la psicologa Marianna Spatuzzi con la relazione Parliamo delle fobie...senza paura

- e lo scrittore Eduardo Vitolo con la relazione Stephen King, il re dell'horror/rock

- e la moderazione sarà curata dalla Dottoressa Valentina Spacagna

Tra divagazioni letterarie, contributi clinici e, soprattutto senza prenderci troppo sul serio vi parleremo di questa strana e meravigliosa psicologia dei mostri.


giovedì 16 luglio 2015

DAEMONOKRAT - PREDATORI DEL VECCHIO DEATH METAL [INTERVISTA]


Fortunatamente il Death Metal al giorno d'oggi non è solo Blast Beat, riff sparati alla velocità della luce e super produzioni che sembrano tutte uguali. 
Nel profondo e melmoso underground del nuovo millennio si agitano ancora band che seguono i dettami di quello che era il vecchio "Metallo della Morte" di fine anni '80, inizio anni '90 non lasciandosi influenzare dai trend o dal pensiero comune. 
I siciliani Daemonokrat (la Sicilia, terra da sempre foriera di progetti interessanti...) sono tra questi e nel 2013 hanno pubblicato un interessantissimo EP dal titolo di "Predators" e sono pronti a tornare in pista, a breve, con una nuova uscita "back in time". 
Ve li presentiamo tramite le parole del cantante e chitarrista Wehrmacht. 

Ho apprezzato molto il vostro EP datato 2013 (Pradators). Mi ha ricordato come veniva composto e suonato il Death Metal nei primi anni '90: più atmosfera, meno violenza fine a se stessa. Più "feeling" mortifero meno Blast Beat e riff alla velocità della luce. Sei d'accordo? 

L'intenzione era proprio quella, ovvero distaccarci da tutto ciò che oggi viene chiamato impropriamente Death Metal. La vera matrice di questo genere ha avuto il suo apice alla fine degli anni ottanta e nei primi novanta. Sono quelle infatti le coordinate a cui ci siamo ispirati per "Predators", consapevoli di non fare assolutamente nulla di nuovo. Non credo nei revival di genere...anzi, credo proprio che siano uno stadio interlocutorio che degenera nella mediocrità. Credo pittosto che la motivazione che mi ha spinto, e che ci ha spinti a fare un'Ep come questo, risieda nei dischi che hanno influenzato i nostri ascolti e quindi il nostro modo di intendere e suonare la musica! 

La vostra band ha vita breve ma sorge da progetti e menti differenti. Mi potresti delineare i fatti che hanno portato alla creazione del progetto Daemonokrat e i vostri intenti? 

Per diversi anni ho avuto un progetto musicale di Death/Black Metal, i Religio Mortis. E' stata un'esperienza esaltante soprattutto dal punto di vista concettuale, lì ho riversato tutte quelle che al tempo erano le mie letture e la visione stessa che avevo del mondo. E' stato un periodo prolifico dal punto di vista compositivo, ma ciò non bastava...sentivo il bisogno di fare altro. inoltre avvertivo la necessità di suonare dal vivo, cosa che con i RM non ho mai potuto fare a causa della mancanza di un batterista in carne ed ossa. Fu allora che presi la decisione di formare un altro gruppo! Feci un paio di chiamate a quelli che da sempre erano i miei amici e fu così che nacquero i Daemonokrat! Necrosplatter era già al mio fianco nell'ultimo periodo dei RM, e appena gliene parlai si esaltò all'istante, Thrashmaniac e Maverik suonavano negli Stesso Sporco Sangue, ma ci vollero 10 minuti di conversazione a cranio e un paio di gruppi di riferimento (Carnivore - Bolt Thrower - Morbid Angel- Demolition Hammer - Massacre) per avere la loro approvazione. Da li in poi è stato tutto un susseguirsi di serate indimenticabili, fino ad arrivare alla registrazione dell'Ep! Mi sembra di capire che siete tutti originari della Sicilia, una terra che ha contribuito molto alla creazione di un certo sound "estremo" non solo nazionale ma anche internazionale.

 

 Com'è la situazione oggi? C'è ancora una scena agguerrita come in passato? 

In passato abbiamo avuto gruppi di portata stratosferica come INCINERATOR, SCHIZO, NUCLEAR SYMPHONY e gruppi minori che hanno lasciato il segno!!! Fare musica in Sicilia, soprattutto MUSICA ESTREMA, è alquanto difficile oggi come allora...Ma devo ammettere che comunque ci stiamo ritrovando a vivere un'era di gran fermento in Sicilia! Ci sono una miriade di realtà genuine nell'HC come nel Thrash o nel Death molto interessanti!!! Prendo alcuni nomi come esempio, ma la lista è lunga...Bunker 66, Haemophagus, The Krushers, Cadaver Mutilator, ....Cazzo!!!! E chi ci ferma più!!!

Mi piacerebbe conoscere i retroscena che hanno portato alla pubblicazione dell'Ep "Predators". Era il classico EP "apripista" per un nuovo album oppure era un'uscita autonoma per tastare l'underground e il gradimento dei fan? 

Come ti dicevo prima il gruppo si è formato all'improvviso....da qui all'avere dei pezzi pronti, il passo è stato breve. No, nessun apripista.....sentivamo solo l'esigenza di registrare quel che stava uscendo fuori, in maniera del tutto naturale!!! Infatti l'Ep è stato registrato in presa diretta in una manciata d'ore o poco più e con due lire. Abbiamo optato per una registrazione grezza, in pieno stile '90 per marcare ancor di più la nostra anima grind e ciò è stato anche possibile grazie all'aiuto di Spad (bass-player dei Sergent Hammster) e di Giorgio Trombino (Vox/Guitar degli Haemophagus) che hanno capito al volo quali erano le nostre esigenze!!!! In post produzione è stato aggiunto qualche effetto, e le doppie voci ad opera di G.Trombino, ma stop! Nulla di artefatto...quel che ascolti è ciò che eravamo in quel momento!!!!

I Daemonokrat sono una band "live"? E soprattutto riescono a suonare dal vivo nella loro terra natia o nello stivale? 

Suonare dal vivo è la cosa che più ci interessa!!! Si, abbiamo fatto delle serate meravigliose in cui ci siamo divertiti e la gente ha apprezzato....ma ad oggi abbiamo suonato solo in Sicilia! Con la nuova formazione ed il disco che stiamo preparando, auspichiamo ad incrementare l'attività live in maniera esponenziale!!! Il bello di un gruppo è proprio questo! Fare serate, divertirsi e conoscere gente nuova!!!

Nei tempi passati sulle 'zine di settore c'erano domande frequenti sulla fede satanica (o anche pagana) o sugli interessi occulti dei musicisti legati al Death Metal o al Black Metal. Sembrava quasi che non potesse esistere uno senza l'altro. Avete interessi in tal senso e soprattutto chi sono i Daemonokrat nella vita grigia di tutti i giorni?

E' giustificabile il fatto che le zine facessero di queste domande...infondo la musica estrema un tempo era una nicchia nella quale l'occulto e i movimenti Neo-pagani erano parte strutturale del genere stesso. Se pensiamo all'ondata Black Metal dei primi novanta e alle personalità che hanno contribuito a modellare il panorama, mi pare pure ovvia la cosa. E poi il metal in genere, nasce e si evolve da un'estetica che è ben radicata nel simbolismo, nei sincretismi e in quella sfera che in genere richiama al culto dei morti e della morte! Non è un caso che gli scritti di un Lovecraft abbiano dato fonte di ispirazioni a generazioni intere di band per l'alto tasso di contenuti occulti insiti nella sua narrativa! A mio avviso le due cose sono imprescindibili...poi ovviamente la musica ed i suoi contenuti sono una cosa individuale a cui ognuno di noi da il giusto merito. E poi c'è la vita di tutti i giorni...coniugare interessi e passioni nella vita reale di certo non ti aiuta a pagare le bollette (almeno questo tipo di passione e in questo paese), quindi alla fine ognuno di noi ha la propria vita, con le proprie competenze e con tutto ciò che ne deriva...insomma gente normale, che studia e lavora, tra sacrifici e gratificazioni!


Ha senso ancora parlare di Underground nel 2015? Oppure come dicono tanti è morto e sepolto alla fine degli anni '90? E sopratutto i Daemonokrat sono fieramente "underground" o cercano un riconoscimento più vasto? 

Nell'immaginario collettivo è chiaro che l'apice di un certo tipo di musica sono stati gli anni novanta e che poi c'è stata un parabola discendente che ha ridotto il Metal ad un bambolotto di plastica da acquistare in un market del cazzo! Però io credo che se oggi si possa ancora parlare di Musica Estrema è grazie al sottobosco musicale e a tutta quella miriade di gruppi che tengono ancora in piedi le varie scene!!! Per quanto riguarda noi, posso solo dirti che i consensi se ce li meritiamo, arriveranno con il tempo...e comunque, ad oggi, la critica nei nostri confronti ci ha dato ottimi riscontri all'interno del panorama Underground! Per adesso va bene così...

La vostra band è alla ricerca di un contratto discografico? Oppure ormai il supporto di una etichetta è sopravvalutato e si possono trovare canali alternativi di promozione soprattutto on line? 

Si, se arriva una proposta interessante da parte di un'etichetta perché no? Intanto noi abbiamo il web e i social per fare propaganda.

Che cosa ne pensi delle evoluzioni attuali del Deaeth Metal? E' un genere che ha ancora uno spirito indomito e underground oppure è ormai banalizzato e sovraesposto su forum, social network etc? 

Ogni giorno vedo copertine che sembrano tutte le stesse, con spruzzi di merda che dovrebbero essere loghi e nomi impronunciabili che fanno riferimento a malattie, zombie e cazzate varie...non voglio neanche applicarmi sui testi perché ne ho letti un paio ed è sempre la solita solfa...diciamo che da un genere estremamente filosofico come il Death/Grind, si è passati ad una vera e propria caduta di stile...ho provato ad ascoltarli, ma non mi dicono nulla...a me sembrano esercizi chitarristici più che canzoni...non hai il tempo di dire: bello sto riff, che già ne sono passati altri quattro o cinque. Guarda....preferisco tranquillamente fare a meno di tutti sti trend del cazzo e spaccarmi i timpani con Shark Attack dei Wehrmacht e Retaliation dei Carnivore. Almeno stai ascoltando gente che ti comunica qualcosa di sensato!!!! ....e penso di parlare a nome di tutto il gruppo!

Una band "old style" come voi può ancora trovare un pubblico che apprezza questo tipo di sonorità? 

Credo proprio di si...ci sono molte band che suonano "old style" e c'è tanta gente che apprezza....non sempre la modernità attecchisce....soprattutto per chi come noi è cresciuto a pane e MUSICA ESTREMA!!!!! Poi ovviamente è una questione di gusti!

Progetti futuri per Daemonokrat? L' album di debutto è previsto a breve? 

Registreremo il full-lenght nei prossimi mesi, penso a fine Novembre. Il resto è una sorpresa!!! Novità in casa Daemonokrat? Nuova line-up! A parte me, Necrosplatter e Thrashmaniac si sono aggiunti alle nostre fila Arconda Piras, ex membro degli Hour of Penance alla batteria e alle tastiere e sinth Aculea Sabbatica. Grazie per questa piacevole chiaccherata Eduardo! A presto e auguri per le tue nuove pubblicazioni! THRASH THE UNTHRASHABLE!!!
A. WEHRMACHT

Potete seguire i Daemonokrat sulla loro pagina ufficiale di Facebook mentre per ascoltare i brani dell'EP "Predators" e per ordinare il loro cd fieramente Death Metal old style vi rimandiamo a Bandcamp. Inoltre potete ascoltare l'intero EP anche al link sotto.

mercoledì 15 luglio 2015

BLACK SABBATH NEON KNIGHTS TESTI COMMENTATI IN EDICOLA!


Ormai è ufficiale!
Il mio saggio pubblicato nel 2012 da Arcana Edizioni, "Black Sabbath, Neon Knights. Testi Commentati" sarà ristampato da Mondadori e sarà distribuito nelle edicole dal 21 Luglio con TV Sorrisi e Canzoni e dal 24 Luglio con Panorama.
A questo link potete anche ordinare una copia nel caso non riuesciate a trovarlo dal vostro edicolante di fiducia.

Questa la Sinossi:
"Un prezioso volume con tutti i brani commentati dei Black Sabbath, dall’album omonimo del 1970 fino a “Reunion” del 1998. Scopri il lato oscuro della band dei quattro proletari di Birmingham attraverso un’analisi dei testi attenta e appassionata e una descrizione puntuale del contesto che ha creato i temi cardine di buona parte dell’Heavy Metal"

Questa è invece l'originale presentazione del libro ad opera di Arcana:
"Scende la notte: tuoni e fulmini squarciano il cielo, coprendo il battito incessante della pioggia. D’improvviso lugubri rintocchi di campane a morto segnano sinistri presagi. Una nera figura si aggira tra le brughiere nebbiose in cerca della sua prossima preda. Ad accompagnare i suoi passi veloci uno dei riff di chitarra più grevi e angoscianti che siano mai stati composti. È la fine dell’utopia di pace e amore portata avanti da una generazione di sognatori e idealisti. 
È l’inizio di un immaginario orrorifico e dark che verrà assimilato e decodificato nel tempo da una legione sterminata di gruppi e artisti. 
I Black Sabbath rappresentano il lato oscuro del rock: quello invischiato con la morte, l’occultismo, il gotico letterario, i miti del fantastico e un nichilismo esasperato. Concettualmente, i temi cardine di buona parte dell’heavy metal. Musicalmente, una dimensione parallela, allucinata e paurosa che a distanza di oltre quarant’anni mantiene intatto il suo fascino proibito. 
Black Sabbath Neon Knights Testi Commentati è un viaggio nella metà oscura dell’uomo e dei suoi ombrosi archetipi, tra guerra, decadenza, apocalisse, avidità, progresso che diventa regresso, abomini della modernità esasperata. 
Un percorso funesto che, attraverso le liriche dei quattro proletari di Birmingham, disegna scenari di vivido orrore. Una zona del crepuscolo dove sarà facile perdersi e difficile tornare".

Cercatelo quindi nelle edicole dalla prossima settimana e come sempre viva i Black Sabbath!

giovedì 2 luglio 2015

THE UNCHAINING - IL CANTORE DELLA NATURA


The Unchaining è una ona man band di Gorizia, capitanata da Franz, un musicista schivo ma davvero ispirato che in soli due anni ha pubblicato ben quattro album (un vero record!) che stanno ottenendo molti riscontri positivi in Italia e all'estero.
Quello che mi è piaciuto maggiormente dei suoi dischi è questo "feeling" anni '90 che ricorda i primi dischi di Summoning, Mortiis, Abigor e Satyricon.
Conquistato dalla sua musica ho scelto The Unchaining come gruppo apripista per la mia nuova rubrica dedicata alle band underground più promettenti o valide di qualsiasi genere e che si chiamerà "Underground still lives".
Buona lettura.

Partiamo da una mia considerazione personale: considero la tua musica, al di là del genere proposto, davvero ispirata e "sentita". Mi piacerebbe conoscere quali elementi filosofici, naturalistici o prettamente personali hanno influenzato il tuo progetto. 

Non espongo troppo delle mie idee nella mia musica. Gli elementi che prendo in considerazione sono sicuramente la natura e le letture. Negli album che sono usciti finora ho preferito limitarmi al ruolo di cantastorie, cercando di stimolare nell'ascoltatore un senso di antico e di comunione con la natura.

Album come "Fornost Erain" o anche l'ultimissimo "Ithilien" riproducono in maniera vincente quel sound anni '90 che in tanti (me compreso) rimpiangono. Non farei fatica a sentire i tuoi dischi anche in versione "demo" su cassetta. La tua intenzione è celebrare in qualche modo l'illustre passato del Black Metal o c'è qualcosa di più? 

Mi viene abbastanza naturale suonare in questo modo. Non ho intenzione di fare un omaggio in particolare a qualche band o periodo musicale. Ritengo peró,come dici anche te,che il black metal di quegli anni avesse qualcosa in piú sopratutto a livello di atmosfera. Lo stesso discorso lo si può fare anche con il metal più in generale. Ascolto molto più vecchio metal e questo sicuramente si riflette nella musica che suono. Ecco perché la musica di The Unchaining risulta cosí "antiquata" ah ah ah!


Vivi a Gorizia, città del Friuli che conosco poco. C'è una scena estrema dalle tue parti? Ne fai parte o sei un outsider?

Secondo me non si puó dire ci sia una scena a Gorizia. A dirla tutta non so nemmeno se ci sia una vera e propria scena in italia! Noto che sempre meno musicisti sono attirati dal metal,cosí come chi la musica la ascolta.

Considero il tuo apice espressivo finora "Fornost Erain", disco che considero di molto superiore alle ultime prove dei pionieri del genere come Summoning o Abigor. Mi piacerebbe conoscere i retroscena di questo disco...

Questo disco lo composi molto velocemente. Ho voluto semplicemente fare un disco epico e molto atmosferico ispirato ad alcuni capitoli del "Signore degli Anelli" (non una gran innovazione ah ah ah!). Lo composi d'impeto e senza lavorarci troppo a dire il vero, ma il risultato mi ha convinto. È probabilmente l'album con il maggior uso di tastiere!

The Unchaining è una one man band molto prolifica che ha già pubblicato quattro album in pochissimo tempo (due anni). Rimarrà un progetto da studio o ci saranno (anche rare) apparizioni live? 

Per adesso non ho intenzione di fare dei concerti. Non credo che il tipo di metal che propongo si adatti molto al palco.

Nei tempi passati sulle 'zine c'erano domande frequenti sulla fede satanica (o anche pagana) o sugli interessi occulti dei musicisti legati al Black Metal. Sembrava quasi che uno non potesse esistere uno senza l'altro. Hai interessi in tal senso e soprattutto chi è Franz nella vita grigia di tutti i giorni? 

 Non ho interessi di questo tipo. Ritengo che la musica abbia un'infinità di campi e intertessi da cui possa venir ispirata. M i imbarazza un pò dovermi descrivere ah ah ah quindi per la seconda parte della domanda mi astengo dal rispondere in modo chiaro. Mantengo il mistero...


The Unchaining viene pubblicato da un'etichetta underground come la Behemoth Productions. Come stanno recependo i tuoi lavori all'estero? Di solito i gruppi italiani (tranne rari casi) difficilmente trovano spazio in testate e siti di settore in lingua inglese... 

Mi trovo molto bene con la label di Giovanni Indorato. Credo che lui faccia un gran lavoro per promuovere la mia musica. Grazie anche alla collaborazione con lui The Unchaining è conosciuto anche all'estero e ha ricevuto recensioni veramente positive anche da siti al di fuori dell'italia, per esempio da Metal Temple. Purtroppo il mercato discografico è fermo e sopratutto l'interesse per questo genere di musica più di nicchia, quindi per quanto una label lavori bene e un album possa esser bello risulta difficile raggiungere un vasto pubblico. In ogni caso noto che l'interesse attorno a The Unchaining sta crescendo e mi fa piacere.

Che cosa ti aspetti dal nuovo album "Ithilien"? Quali sono le tue aspettative? 

Credo che "Ithilien" sia un buon disco e mi farebbe piacere raggiungesse un pubblico più grande.

Che cosa ne pensi delle evoluzioni attuali del Black Metal? E' un genere che ha ancora uno spirito indomito e underground oppure è ormai banalizzato e sovraesposto su forum, social network etc? 

Credo che non solo il black metal ma tutto il metal si sia un pò "arenato". Quello che ho notato è che i social network e la rete in generale hanno distolto l'attenzione delle nuove generazioni dall'arte ma non solo. È tutto troppo veloce: esce un album e lo puoi ascoltare immediatamente, non ti serve nemmeno leggere più la recensione. Una volta se volevo ascoltare un cd me lo andavo a comprare,o lo si prestava tra amici e lo si ascoltava in modo approfondito, anche perchè non ne avevamo tanti. Ora per assurdo la musica di ogni genere e nazione è a portata di mano per tutti. Per certi aspetti è positivo ma non lascia il tempo di approfondire veramente un genere musicale o anche solo un album. In secondo luogo i social networks invece che connettere la gente l'hanno isolata maggiormente e ovviamente l'arte ne risente. Non dico che la rete sia per forza deleteria per la musica,anzi potenzialmente potrebbe essere una buona spinta,deve però cambiare il modo in cui viene usata.

Progetti futuri per i The Unchaining? Un altro album è previsto a breve come da (tua) tradizione? 

Sto già lavorando ad un nuovo album, ma ho avuto dei problemi al pc nel frattempo che stanno rallentando un pò i lavori. Sono già pronte alcune tracce e devo dire che per adesso mi piace. È decisamente più veloce dei predecessori e ha meno tastiere ma la componente atmosferica secondo me è ancora forte. L'altra anticipazione che ti do è che il cantato di questo nuovo album sarà in italiano.La nostra è così una bella lingua,meglio approfittarne! Non voglio comporre dischi troppo simili l'uno all'altro.
Spero che anche questo riesca in modo soddisfacente.

The Unchaining è anche su Bandcamp dove potete ascoltare, scaricare e ordinare tutti i suoi dischi.

giovedì 18 giugno 2015

GREAT LEFTY: LIVE FOREVER. TRIBUTE TO TONY IOMMI GODFATHER OF METAL [RECENSIONE]


Nei primi mesi del 2012 una terribile notizia sconvolge tutta la scena rock mondiale: un brutto linfoma ha colpito uno dei più grandi e seminali chitarristi in assoluto. Parliamo di Tony Iommi.
Milioni di fan dei Black Sabbath in tutto il mondo rimangono travolti da questo triste evento e decidono di stringersi in un sincero a caloroso abbraccio verso il loro idolo con una sconfinata serie di messaggi e di incoraggiamenti sui social network e nei forum.
Da questa vera e propria tragedia prende forma il primo e autentico tributo a Tony Iommi: un atto di solidarietà e di affetto da parte di amici, fan e colleghi che prende il titolo di "Great Lefty: Live Forever. Tribute to Tony Iommi Godfather of Metal". 
In poche parole i brani di questa raccolta vengono donati dai rispettivi autori e gli introiti saranno devoluti al Macmillan Cancer Support UK per contribuire alla causa del chitarrista inglese e alla sua ormai lunga malattia.
L’adesione è quantomeno massiccia e comprende noti artisti provenienti dalle migliori tribute band dei Black Sabbath ma anche una nutrita schiera di musicisti che si considerano in qualche modo "figli di Iommi" ed eredi del suo insegnamento.
Tra i tanti partecipanti sono da segnalare Dario Mollo (Tony Martin, Glenn Hughes) featuring Mark Boals (Malmsteen, Dio Disciples, Dokken), Mario Parga (Graham Bonnett, Tony Martin, Cozy Powell), Giuntini featuring Tony Martin e un giovane e talentuoso Kyle Cousins, cantante e autore, grande fan di Iommi, affetto da autismo dall'età di due anni in compagnia di Vinny Appice (già batterista dei Sabbath), Barry Goudreau (chitarrista dei Boston) e Hugh McDonald (David Bromberg, Alice Cooper, Bon Jovi, Lita Ford).


Composto da ben due cd e da un totale di venti brani questo “Great Lefty” è un’uscita assolutamente imperdibile per ogni amante e collezionista dei Black Sabbath.
Tra le cover più riuscite segnaliamo una splendida e trascinante “Never Say Die” opera del magico duo Mollo/Boals, una sulfurea “Time is mine” tra doom & black metal dei Maniac Rise e una ipnotica “Electric Funeral” degli Ironlung.
Ma troverete anche i celeberrimi Place Of Skulls che in collaborazione con Victor Griffin (ex Pentagram, Cathedral etc.) ci regalano una funerea e malinconica “You Won’t Change Me” mentre il mitico Tony Martin, spalleggiato dal sempre ottimo Giuntini, si cimenta nella sua epocale “Anno Mundi”.
Insomma di carne al fuoco ce n’è tanta e diverse tribute band e artisti (Tony Reed, Phil Jakes e molti altri) vi regaleranno delle ore piacevoli in compagnia sia dei classici intramontabili dei Sabbath sia di perle apparentemente dimenticate.
Un plauso a tutte le persone coinvolte in questo ampio progetto che ancora una volta dimostra come la passione quella vera viene fuori anche e soprattutto nei momenti più difficili ed è in grado di unire persone anche lontane in nome di una delle arti più amate in assoluto: la musica!
E se si parla poi dei Black Sabbath, i padri indiscussi del Metallo e di tantissimi sottogeneri ancora in auge nel nuovo millennio, allora la partecipazione e il riscontro non può che essere unanime.
Siamo sicuri che anche attraverso “Great Lefty” e il tantissimo affetto di fan e colleghi, il mitico Tony troverà una ragione in più per combattere e sconfiggere il suo più acerrimo nemico.
Forza Tony!


TRACKLIST:
DISC 1:
01 DARIO MOLLO FEAT. MARK BOALS - NEVER SAY DIE
02 MANIAC RISE - TIME IS MINE
03 KYLE COUSINS - HEAVEN AND HELL
04 MARIO PARGA - SCARLET PIMPERNEL
05 CHILDREN OF THE GRAVY - SABBATH BLOODY SABBATH
06 IRONLUNG FEAT. WIZARD OF OZZ - ELECTRIC FUNERAL
07 TANZAN MUSIC ACADEMY - NEON KNIGHTS
08 NICK DIDKOVSKY - ORCHID
09 DARKING - LAW MAKER
10 INTO THE VOID – LONER

DISC 2:
01 REKUIEM - PARANOID
02 PLACE OF SKULLS FEAT. VICTOR GRIFFIN - YOU WON’T CHANGE ME
03 BLACK SABBATH DIO TRIBUTE CZ - I
04 PHIL JAKES - BEHIND THE WALL OF SLEEP
05 GIUNTINI FEAT. TONY MARTIN - ANNO MUNDI
06 TONY REED - LIVE FOREVER
07 KILL VAN KULL - NO STRANGER TO LOVE
08 APLANADORA FEAT. SANTIAGO CABAKIAN - HOLE IN THE SKY
09 BLOOD SABBATH - SNOWBLIND
10 PHENOMENA - THE WIZARD

INFO:
www.tonyiommifantastic.com
facebook.com/TonyIommiFanTastic
@IommiFansite
www.tanzanmusic.com

venerdì 12 giugno 2015

POLITICA DEI COOKIES

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Eduardo Vitolo, aggiornato al 12/06/2015


venerdì 1 maggio 2015

KOZA NOZTRA – SANTA DELICTA ATTO I (EP, 2015) [RECENSIONE]


Archiviato il campionario degli orrori e delle bestialità dell’animo umano (ma si potrebbe parlare anche dei Delitti e delle Pene di ‘beccariana’ memoria) denominato Cronaca Nera Part I e Part II, i Koza Noztra sono ben lungi dall’aver concluso il loro concept apocalittico ed ecco arrivare Santa Delicta Atto I, un nuovo EP (l’Atto II è previsto nel 2016) che già dall’intro dal sapore quasi “gregoriano” (se non ci fosse una disperazione di fondo come in tutta la loro musica) non lascia spazio alla luce ma solo alle ombre:

Io credo che comandare è meglio che fottere 
Io credo nei cazzi miei Io credo nell’infamia, nel disonore, nella bestemmia 
Io credo nell’assassinio, nel tradimento, nel furto 
Io credo nella falsa testimonianza, nella menzogna, nell’ipocrisia 

Una dichiarazione d’intenti, un manifesto del male, un’elegia della realtà più subdola e reietta che non trova linfa vitale nella fantasia dei protagonisti ma, come un po’ in tutta la loro discografia, in un qualsiasi telegiornale o quotidiano dedicato alla cronaca del nostro “amato paese”.
Rasoiata in faccia ed è subito Heavy Metal sparato a folle velocità con “Belfagor (Santo Subito)”, un totem dell’oscurità che non è letterario né cinematografico ma metafora di vuoto informe, di buio totale, di violenza senza fine.
La "religiosità" del delitto di stato è il tema comune di questo mini album e i Koza Noztra lo presentano attraverso figure raccapriccianti, rituali, ctonie, prese dall’inconscio dell’uomo comune fin dall’alba dei tempi.
Se Belfagor è "santificazione" della metà oscura, “Mammut” tra vecchi Litfiba e robusto Hard Rock è rappresentazione del peso soffocante di una crisi economica e di coscienze che ci sta schiacciando senza alcuno scampo.
C’è bisogno di un Mammut per travolgere regole stantie e crudeli. Ma siamo sicuri che in realtà il Mammut non sia lo stato e la sua “kafkiana” burocrazia che travolge i più deboli e impreparati?


Mentre ci pensiamo arriva Polifemo (ancora in due parti) che non è mito fine a se stesso ma ancora santificazione di un totem dell’orrore.
Se il mondo è fatto di cannibali e schiavi allora sull’altare possiamo anche mettere un vecchio mostro da un occhio solo che ci ciba di carne umana. Più di tanti santi e di martiri è Polifemo l’autentica musa capace di mostrarci la strada in cui questa umanità insaziabile e reietta sta sprofondando.
Musicalmente viene fuori un mid-tempo evocativo, con reminescenze doom, dove aleggia lo spettro dei vecchi Katatonia di “Brave Murder Day”, atto a valorizzare lo stile declamatorio/inquisitorio dei nostri.
Per stemperare tanta oppressione dei corpi e delle menti ci pensa “Ruggine”, uno dei brani più estremi mai composti dai Koza Noztra (splendido il riff iniziale opera del chitarrista fondatore Recupero Crediti) ed è l’ennesimo atto di accusa contro un’umanità che preferisce “arrugginire” in un bar alla ricerca di un miracolo che non arriverà mai (chi ha detto Superenalotto?) piuttosto che ribellarsi al grigiore e correre in fondo al tunnel (ma ci sarà poi la luce alla fine?)
Chiusura dal sapore “Noir” con “Strategia della Tensione” brano classico dei Koza Noztra, in bilico ancora tra la loro personalissima visione del Metal e il desiderio, mai domo, di narrare, senza censure o abbellimenti, quello che NON ci ostiniamo a vedere: menzogne, ruberie, morte, ipocrisia.
Continua senza indugi l’epopea nerissima e malvagia del gruppo meneghino, tra i pochi autentici cantori, senza inutili orpelli e ridicolo filosofeggiare, di quella apocalisse che prima o poi ci porterà tutti verso una fine più che degna.
E chissà che un giorno non diventino loro la voce, marcia e grottesca, di un’intera generazione.

sabato 21 marzo 2015

MAGISTER DIXIT: PRIME RECENSIONI E INTERVISTE


Iniziano ad arrivare le prime recensioni e interviste di "Magister Dixit. La Leggenda Esoterica di Jacula e Antonius Rex" e sono tutte molto lusinghiere.
Prima di tutto mi preme ringraziare particolarmente Nick del blog di Nocturnia per aver segnalato il saggio e come sempre vi invito a seguire il suo blog per chi ama letteratura, film, misteri e quant'altro.
Detto questo ecco le prime segnalazioni:
- Davvero ottima recensione e intervista al sottoscritto sulla web zine Raw & Wild da parte di G.F. Cassatella.
- Altra lusinghiera recensione del collega Stefano Ricetti su True Metal dove il libro viene definito un "Totem" della letteratura musicale.
- Altre ottime recensioni sono state pubblicate su Ver Sacrum e Rock-Metal Essence.
Inoltre consiglio di dare uno sguardo alla Pagina Ufficiale di Tsunami Edizioni su Facebook dove diversi lettori stanno inviando foto e commenti positivi diventando di fatto testimonial del libro.
E non posso che ringraziarli pubblicamente per tutto.
Il mitico e appassionato Mickey, dj radiofonico di Heavy Demons Radio Show mi ha anche dedicato un interessantissima intervista domenica scorsa.
Potete riascoltare il tutto nel podcast in basso e per ora è tutto.



E intanto date anche uno sguardo al Booktrailer del libro creato dalla Musik Research di Antonio Bartoccetti.

domenica 8 marzo 2015

RECENSIONI: NAPALM DEATH E IN TORMENTATA QUIETE


NAPALM DEATH ‘APEX PREDATOR – EASY MEAT (CENTURY MEDIA) 

Gods Of Grind 

È tempo nuovamente di Grind per i pionieri britannici Napalm Death, una delle pochissime band nel genere estremo ad aver tagliato l’invidiabile traguardo del quindicesimo album in studio. ‘Apex Predator – Easy Meat’ cosa ha da aggiungere rispetto a quanto fatto in precedenza? È lo stesso Mark ‘Barney’ Greenway, storico vocalist dei nostri, a rispondere in fase promozionale parlando di inedite influenze provenienti da gruppi quali Killing Joke, Swans e Public Image Limited. E, in effetti, qualcosa si percepisce nei brani più lunghi del disco (Advesarial/Copulating Snakes o la tilte track) dove i tempi si rallentano in minacciose ibridazioni sludge/post industrial e lo stesso cantante si lancia in vocalizzi puliti e profondi, evocando lo spirito dei vecchi Godflesh, Chi cerca la violenza e i pezzi grind/death di un paio di minuti non rimarrà di certo deluso (Smash a Single Digit, Metaphorically Screw You su tutti) come anche chi è legato alle loro radici Hc/Punk (Bloodless Coup, How The Years Condemn). Insomma un album vario, ben strutturato e che dimostra una rinnovata ispirazione in sede di songwriting.
Sorprendenti.


IN TORMENTATA QUIETE ‘CROMAGIA’ (MY KINGDOM MUSIC) 

Una garanzia 

Lo splendido ‘Teatroelementale’, pubblicato cinque anni prima, ancora per la salernitana My Kingdom Music, aveva già confermato l’ensemble emiliano come una della band più innovative e originali nel campo dell’Avantgarde Metal. Questo nuovo album, dal titolo ermetico di ‘Cromagia’, sorprende nuovamente per idee musicali e non. Trattasi di un concept atto a celebrare quelle emozioni indescrivibili che scaturiscono dalla magia dei colori. I nostri costruiscono brevi introduzioni, ognuna con un nome di un colore, pescando dai generi più disparati (Ambient, Avanguardia, Psichedelia etc), accompagnandole poi a quelle composizioni, tra Black Metal e allucinato Folk Rock, che hanno fatto la loro fortuna negli anni passati. Un’opera ambiziosa, alchemica, filosofica, di grande spessore musicale e concettuale che, in primis, è dedicata a un ascoltatore attento ed esigente.
Affascinanti come sempre…

mercoledì 25 febbraio 2015

MOSHPIT: NEW PODCASTS AND NEW SHOW!


Giovedì 26 Febbraio nuovissima ed imperdibile puntata di MOSHPIT!
Dr JANKYLL, Mr EDDIE e TONY D'ALESSIO, avranno il piacere di ospitare nuovamente a Radio Base il mitico opinionista Vincenzo Vinz Barone (ex giornalista di H/M e Thunder) per una imperdibile "Metal Zone" dedicata alle uscite più importanti delle ultime settimane.
Inoltre avremo un'ampia "Extreme Zone" dedicata al Death Metal con intervista ai palermitani Assumption forti dell'imperdibile debut EP "The Three Appearances".
Infine una snella chiacchierata telefonica con l'artista metal Blacky Mole (autore anche del nostro nuovo banner ufficiale) per parlare del suo ultimo libro "Rattus Norvegicus" dedicato alla sua talpa mutante black metal.
Previste le rubriche “Rock Zone”, “Metal Zone”, il nuovo “Disco del Mese” di Febbraio e come sempre una imperdibile “Extreme Zone”.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della buona musica … e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio BASE.
LINK STREAMING: www.radiobase.fm

Di seguito vi presentiamo un estratto del nuovo Podcast di Moshpit con le ultime due puntate del mese di Febbraio.
Buon ascolto.



domenica 22 febbraio 2015

VENOM - FROM THE VERY DEPTHS (SPINEFARM RECORDS, 2015) [RECENSIONE]

























È innegabile che i Venom attuali siano lontani mille miglia dalle icone Black Metal degli anni ‘80 che tutti amiamo, fermo restando l’acclamato ritorno,‘Cast In Stone’, del lontano 1997.
Flagellati negli anni da litigi, incomprensioni e abbandoni importanti (prima lo storico batterista Abaddon, poi il chitarrista Mantas, ora negli M-pire Of Evil), il terzetto inglese, guidato dal napoleonico Cronos, ha vissuto più reincarnazioni di quante ne possiamo segnalare in questo angusto spazio.



‘From The Very Depths’ è un gradito ritorno per chi ha sempre sostenuto la causa di questi incontrastati pionieri del male e il terzetto iniziale (From The Very Depths, The Death Of Rock’n’Roll e Smoke) non deluderà chi cerca il classico sound dei nostri, aggiornato all’ ‘Anno Demoni’ 2015.
Con ‘Temptation’ si avverte anche qualche sprazzo di moderno Thrash Metal mentre le successive ‘Stigmata Satanas’ e ‘Crucified’ suscitano Dejà Vu piacevoli o malinconici a seconda dei casi.
Se siete dei fan incalliti del terzetto inglese non potrete non apprezzare la (nuova?) verve compositiva dei nostri.
Se invece, come il sottoscritto non vi aspettavate nulla di nuovo sotto il plumbeo mando della notte, allora fatevi sorprendere dalla rinnovata carica estrama dei Venom targati 2015
Un nuovo atto di fede col maligno è stato stipulato.

Voto: 7

giovedì 19 febbraio 2015

MOSHPIT: QUESTA SERA LA PUNTATA N. 219
























QUESTA SERA Giovedì 19 Febbraio nuovissima ed imperdibile puntata di MOSHPIT!
Dr JANKYLL, Mr EDDIE e TONY D'ALESSIO, avranno il piacere di ospitare nuovamente a Radio Base gli Ecnephias, forti del nuovo imperdibile "omonimo" album e i DragonhammeR, pronti a presentare le ristampe di “The Blood Of The Dragon” (uscito originariamente nel 2001) e “Time For Expiation” (che vide la luce nel 2004).
Previste le rubriche “Rock Zone”, “Metal Zone”, "Cover Zone", "Demoshpit", il nuovo “Disco del Mese” di Febbraio e come sempre una imperdibile “Extreme Zone” dedicata al Black Metal.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della buona musica … e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio BASE.
LINK STREAMIG: www.radiobase.fm

martedì 17 febbraio 2015

BUON CARNEVALE!



































Oggi è Carnevale e come (quasi) ogni anno vi invito a leggere un mio vecchio post dedicato alla genesi di questa festa tradizionale e le sue implicazioni religiose, sociali, culturali e anche culinarie.
Buona lasagna e non mangiate troppo!

lunedì 16 febbraio 2015

MAGISTER DIXIT: IL BOOKTRAILER!


Il booktrailer di "Magister Dixit. La leggenda Esoterica di Jacula e Antonius Rex" direttamente dalla Musik Research Production di Antonio Bartoccetti.

domenica 15 febbraio 2015

giovedì 12 febbraio 2015

MAGISTER DIXIT: AGGIORNAMENTI


Fervono i preparativi per promuovere al meglio l'uscita del mio quarto saggio musicale "Magister Dixit. La Leggenda Esoterica di Jacula e Antonius Rex".
L'uscita ufficiale insieme al contest vinili, cartolina e mp3 è quella del 7 Febbraio e già diversi lettori sono riusciti ad accaparrarsi delle copie prima della distrbuzione ufficiale in libreria.
Altre copie sono disponbili sul sito di Tsunami quindi affrettatevi se volete ricevere la cartolina e volete aggiudicarvi un vinile.
Per quanto riguarda la fase promozionale è tutto in divenire ma si delineano già alcuni appuntamenti come quello del 15 Marzo nel programma radio Heavy Demons Radio Show dove il sottoscritto verrà intervistato da Mickey Evil per parlare del libro e non solo.
Qui trovate l'evento di facebook.
In seguito segnaleremo altri appuntamenti, recensioni, interviste etc.
Intanto godetevi uno dei dischi più oscuri e diabolici mai partoriti da mente umana.
Buon ascolto!

domenica 8 febbraio 2015

CHI SI CELA DIETRO I MORS VOLUPTARIA?



















Per puro caso ho ricevuto tramite l'interecessione di un collezionista di cd rarissimi  l'album dei Mors Voluptaria "Musique D'Ambience Pour Autopsies" (Lombroso Releases, 2003).
Trattasi di una one man band electronic/ambient dark avvolta totalmente nel mistero.
A tutt'oggi non si sa chi si celi dietro il nome, altamente macabro e oscuro, dell'unico compositore, tale E605.
Questa sigla non è nuova per chi ha letto qualcosa sulle atrocità dei campi di sterminio tedeschi dove il nome E605 faceva riferimento al dietil p-nitro fenil tiofosfato più comunemente noto come Parathion; era un liquido oleoso, giallo, pochissimo solubile in acqua, idrolizzabile senza molta difficoltà ed estremamente velenoso, sviluppato dal chimico tedesco Gerhard Schrader, praticamente l'inventore del gas nervino.





































Chi sono i Mors Voluptaria?
Si dice che si tratti dello "sfogo" musicale di un folle medico americano che lavorava in un obitorio oppure di un progetto nato dagli esperimenti estremissimi di un artista thailandese.
Nel breve comunicato stampa del disco, in mio possesso, si parla semplicemente di musica utilizzata come accompagnamento, durante alcune autopsie.
Possibile?
Beh se si ascolta il disco (e non lo troverete nè su you tube nè su google dove non esiste nessuna info in proposito) i brani sono davvero agghiaccianti: una sinfonia purissima di morte.
In Italia sono girate pochissime copie di cui una è finita alla redazione di Ritual che lo ha recensito negativamente per l'attitudine troppo estrema del suo mastermind.
Dopo il 2003 il tipo è sparito nel nulla: forse si è suicidato.
Inutile che cerchiate sul web o su facebook o su amazon.
Il disco è introvabile da scaricare o da sentire.
Come detto in precedenza, io ho una delle rare copie, trovata tempo fa attraverso una distro tedesca, gestita da un amico collezionista.
Chi è l'artista maledetto dietro all'infame nome di E605?
E' una bufala antelitteram o c'è qualcosa di vero dietro la sua nerissima musica ambient?
Perchè nell'era del web, dove tutto è rintracciabile con un click, non circola la sua musica nè il suo nome?
Perchè è scomparso nel nulla?
Dopo lunghe ricerche sono venuto a sapere che il progetto Mors Voluptaria sarebbe connesso in qualche modo con la dark rock band The Mugshots, l'unica band europea prodotta da Dick Wagner.
Per saperne di più vi invito a scrivere sul loro sito ufficiale sempre che riusciate a sapere qualcosa dopo tanto tempo...

martedì 3 febbraio 2015

MAGISTER DIXIT VINYL CONTEST AND FREE MP3!


































ULTIM'ORA: in arrivo MAGISTER DIXIT, la biografia ufficiale di Jacula - Antonius Rex.

Per le prime 100 prenotazioni sul sito di TSUNAMI EDIZIONI un'offerta da non perdere:

- Cartolina personalizzata, tirata in sole 100 copie numerate a mano, autografata da Antonio Bartoccetti - File MP3 in omaggio (vedi in fondo) 
- Partecipazione all'estrazione di una delle 5 copie dell'edizione speciale limitata a 100 esemplari di PRE VIAM di JACULA, stampata su vinile blu, autografate da Antonio Bartoccetti 

QUI il link per fare il vostro ordine.

Dati MP3 omaggio: Titolo: Fairy Vision composed by Antonio Bartoccetti , agosto 2001
Versione: Original Soundvision Registato al Dracula Castle nel 2001
Il brano è stato composto nel castello di Dracula nel periodo 2001
E' stato usato un vecchio pianoforte il cui suono è stato riversato nel multitraccia e mantenuto magico e ovattato come l'originale.

N.B. L'offerta è valida anche per gli ordini già pervenuti. 

Infine a questo link potete scaricare GRATUITAMENTE un'anteprima del libro.

martedì 13 gennaio 2015

MAGISTER DIXIT: COVER UFFICIALE, COMUNICATO STAMPA E PREORDINI


































Di seguito il comunicato stampa ufficiale del mio nuovo saggio, leggermente difforme da quello pubblicato dai siti rock & metal negli ultimi giorni:

Eduardo Vitolo - MAGISTER DIXIT La leggenda esoterica di Jacula e Antonius Rex. 

C’è un regno in cui si fondono fatalmente e orribilmente musica e medianità, esoterismo e sperimentazione, visioni e segreti, praeternaturale e soprannaturale. 
Quel regno ha la forma di un castello gotico, edificato sulla montagna, il cui sentiero impervio e nebbioso può essere percorso solo da spiriti eletti: uno di questi è Antonio Bartoccetti. 
Compositore, filosofo, psichiatra, spiritista, chitarrista... Bartoccetti è l’artista faustiano per antonomasia che, nel corso di una o più esistenze, ha gettato le basi di tutti gli umori più oscuri e misteriosi che il Rock abbia mai vomitato dall’alba dei tempi. 
Magister Dixit, la leggenda esoterica di Jacula e Antonius Rex, è la prima biografia ufficiale del Maestro del progressive più estremo e innovativo. Un viaggio che si snoda tra album sperimentali e inimitabili, scomparse inspiegabili, riti innominabili e predizioni avveratesi dal mondo spiritico fino ad arrivare alla profezia terrificante sull’imminente fine del mondo. 

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Eduardo Vitolo è giornalista freelance, autore e speaker radiofonico. Sinora ha pubblicato i saggi Horror Rock, la musica delle tenebre (Arcana Edizioni, 2010), Sub Terra, Rock estremo e cultura underground in Italia 1977 – 1998 (Tsunami Edizioni, 2012), Black Sabbath Neon Knights. Testi commentati <(Arcana Edizioni, 2012).
È attuale collaboratore delle riviste Classix, Classix Metal e Splatter nonché ideatore e conduttore della storica trasmissione radiofonica Moshpit dall’apprezzata vocazione nazionale e internazionale.

LIBRO IN PRENOTAZIONE A QUESTO LINK

DISPONIBILE DAL 7 FEBBRAIO LE PRIME 100 PRENOTAZIONI AVRANNO ALLEGATA IN OMAGGIO UNA CARTOLINA AUTOGRAFATA DA ANTONIO BARTOCCETTI 

I Cicloni 19 - 256 pagine - 16x23 - ISBN 978-88-96131-70-1 - 21,50 Euro